Regia di Ferzan Özpetek vedi scheda film
Appena tornato dal cinema devo ancora metabolizzarlo completamente, però già questo è sinonimo di un film che mi ha segnato e mi ha coinvolto parecchio, tanto che continuo a ripensare ai personaggi e alle loro vite.
Un film duro, senza mezzi termini, un lungo viaggio (corto nel lasso temporale della vicenda narrata, ma pieno di particolari) che porta verso l'epilogo, annunciato come cruento ed in effetti mi ha colpito parecchio sia per quello che succede che per come il regista lo ha illustrato.
Molto bravi i due protagonisti ... uno sconvolto Mastandrea, che qui ha il ruolo più importante della sua carriera (ruolo che in tanti han rifiutato) e che rappresenta benissimo con i suoi lunghi silenzi tutti i suoi disagi interiori e la Ferrari che mi è sembrata perfetta per il ruolo e magnetica al punto giusto.
Mi è piaciuta anche la storia "secondaria" che si interseca con la principale, il personaggio "di raccordo" della Finocchiaro (anche lei bravissima seppur in un ruolo di poco minutaggio), le solite maschere degli attori feticci di Ozpetek ed alcune sequenze (ad esempio quella del tentativo di violenza) veramente ben riprese.
Direi che anche per me si merita quattro stellette, magari un pò generose, ma il coraggio di uscire dal facile contesto, aiuta a raccimolare la mezza stelletta che credo mancherebbe.
VOTO : 6+ Pregevole partecipazione.
VOTO : 6,5 Poche scene, ma personaggio importante ed interpretazione intensa.
VOTO : 7,5 Grande prova, Intenso, profondo, rappresenta benissimo il dolore e la solitudine interiore del suo personaggio.
VOTO : 7 Brava e magnetica, in scena si nota e nel suo sgaurdo traspare la difficoltà di vivere del suo personaggio.
VOTO : 7+ Regia importante e matura, coraggiosa ed in grado di costruire la vicenda appassionando lo spettatore nel corso del tempo.
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