Regia di Guillermo Arriaga vedi scheda film
Arriaga orfano di Inarritu non tradisce le aspettative, si adagia su collaudati sfalsamenti temporali che non vogliono sedurre più di tanto lo spettatore ma indurlo ad una consapevolezza vigile. Mimetizza le discrepanze registiche, invero raramente palesate, con una superba Charlize Theron, e le delicate e tormentate Jennifer Lawrence e Kim Basinger, imbastendo dolore e memoria, fuga e rimorso, passato e futuro tra l'ombra del baratro ed una lucina in fondo al tunnel. Non mi sono dispiaciuti affatto i caratteri da molti trovati poco credibli, gli incastri mai piatti, i rimandi, i dettagli ripetuti e sofferti, sottolinetai col silenzio o con ricami musicali di grande poesia. Tutto in funzione di una coscienza del ciò che succede e risuccede, e che può riavvolgersi in un palingenetico rewind. C'è spazio anche per un cinema immaginifico, come l'aereo che sorvola i campi di sorgo o le onde cocciute di una costa impervia che vorrebbero irrretire Charlize. E c'è spazio per riflettere sulle proprie esistenze cosi esili e disarmate, cosi uguali e differenti, come con l'ultimo collage offerto da Arriaga in coda al film, scoordinato puzzle a riconciliare tempi e distanze...
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