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The Burning Plain. Il confine della solitudine

Regia di Guillermo Arriaga vedi scheda film

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La recensione su The Burning Plain. Il confine della solitudine

di mc 5
8 stelle

Un film toccante e coinvolgente a livello emotivo, quello realizzato da Arriaga. E il merito principale è da attribuire alla straordinaria performance di una clamorosa Charlize Theron, il cui talento d'attrice ha raggiunto livelli di maturità espressiva davvero elevati. Un riuscitissimo dramma dei sentimenti che si poggia sulle vicende di vari personaggi i cui percorsi umani sono intrecciati in modo perfetto grazie alla sceneggiatura dello stesso Arriaga. Evidentemente, però, non siamo di fronte al classico film corale dove i destini di vari esseri umani finiscono fatalmente con l'incrociarsi, perchè in questo caso già in partenza i diversi personaggi risultano collegati fra loro da un tragico evento. Fin dalle prime inquadrature si evidenzia uno stile registico e narrativo lento, ma sapiente nel mostrare il dolore che accomuna i personaggi, il travaglio interiore che ne domina le esistenze, la loro ricerca di un obiettivo da raggiungere. E se ci si adatta fin da principio a questo clima lento e sofferto, se ci si lascia condurre per mano da Arriaga, la visione è appagante e coinvolgente, altrimenti si rischia (ma proprio nel caso estremo di un pubblico che pretenda una fruizione facile da sceneggiato tv) la deriva della noia. Sì, perchè non si pensi ad una pellicola melensa o strappalacrime: come ho detto, è un film che cattura a livello emotivo, ma lo fa con onestà, senza ricatti banali, dunque con forte dignità artistica, semplicemente raccontando -con l'utilizzo di un affascinante registro malinconico- i dolori e le speranze di alcune persone, mettendo in scena sentimenti in cui ognuno può riconoscere i propri. Si tratta comunque di un film non banale, che richiede un approccio da parte del pubblico altrettanto "non banale", soprattutto per quanto attiene a una struttura narrativa che, in modo perfino estenuante per lo spettatore, fa un incessante ricorso ad un continuo alternarsi di piani spazio-temporali. I tempi in cui si svolgono i fatti cambiano e si sovrappongono in modo talmente repentino che il flusso narrativo appare intricato e al punto che la.visione è all'inizio -lo ammetto- lievemente faticosa; ma poi, di mano in mano che il film procede, la mente dello spettatore si allena e proprio questa sorta di handicap diviene l'elemento più seducente del meccanismo narrativo. Si spazia dunque nel tempo ma anche nei luoghi, contrapponendo il paesaggio assolato e desertico del New Mexico (ma anche i suoi supermercati popolari) al freddo grigiore di una statica Portland (e in particolare un ristorante di lusso sul mare in cui lavora come "maitre di sala" la protagonista). La scelta del cast si è rivelata particolarmente azzeccata: ogni attore è perfettamente in parte, anche i ruoli secondari, contribuendo in modo determinante alla rappresentazione di un film sui sentimenti in cui si riesce a mettere in scena la dignità degli esseri umani senza ricorrere ad espedienti narrativi banali, ma bensì con grande tecnica di regìa e di sceneggiatura. Della Theron ho già detto, ma vorrei sottolineare di nuovo la crescita artistica di questa Signora che, a quanto pare, non si accontenta di figurare fra le 4 o 5 donne più belle del mondo. Secondo nome in cartellone è Kim Basinger; se devo essere sincero non ho mai apprezzato molto quest'attrice, che però qui appare perfetta in questo ruolo trattenuto e dolente di madre e moglie infelice, segnata dolorosamente da cicatrici che non sono solo fisiche (chi vedrà il film capirà). Ecco, appunto, le cicatrici. Curiosamente rappresentano un elemento che riaffiora in diversi punti del film, e questo immagino sia un qualcosa cui Arriaga intende attribuire un significato simbolico. A parte le cicatrici della Basinger, ci sono quelle dovute a un giuramento d'amore reciproco, una sorta di patto di sangue, che viene officiato da due ragazzi innamorati, e poi c'è un'altra cicatrice che segna lievemente la fronte di un bellissimo volto di bambina. E' bello vedere dipanarsi sullo schermo questa vicenda, e vederne aggiungere, un tassello dopo l'altro, i pezzi di un passato doloroso da ripercorrere, ma con cui i personaggi del film devono necessariamente fare i conti, se davvero vogliono affrontare il presente, sconfiggendo le colpe e i fantasmi di ciò che è alle spalle. La storia narrata è molto bella, ma non intendo raccontarla nei dettagli perchè nuocerebbe al piacere della visione. Mi limiterò all'essenziale. Tutto prende le mosse da due vite infelici, un uomo e una donna, ciascuno rispettivamente sposato ma insoddisfatti entrambi, le cui esistenze inappagate finiscono fatalmente con l'incrociarsi. E il luogo segreto degli incontri clandestini di questi due sfortunati amanti è già entrato di diritto nella mia personale galleria di "luoghi dell'immaginario cinematografico". In tempi in cui gli sceneggiatori di Hollywood stanno raschiando il fondo del barile, abbiamo la fortuna di avere uno sceneggiatore davvero bravo: teniamocelo stretto.
Voto: 9

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