Regia di Clark Gregg vedi scheda film
Chuck Palahniuk ha nei suoi romanzi uno stile crudo, a tratti pulp, e con contenuti che rasentano spesso il grottesco; sovente mancano avverbi e altre particelle che rallentino il ritmo del periodo. Riuscire a riprodurre tutto questo in un film non è affatto facile.
Così più che altro il Regista si concentra sugli aspetti stravaganti della storia e/o sulle disquisizioni che i protagonisti fanno (offrendo anche punti di vista molto particolari e inusuali) su argomenti topici quali morte, moralità, infanzia, famiglia, sessualità e religione.
Dopo aver visto Fight Club, sono riuscito a vedere anche la realizzazione filmica di Soffocare, ovvero la storia di Victor, giovane apparentemente scanzonato, sessuomane confesso, incapace di impegnarsi in una relazione con una donna a lungo. L'unica donna che sembra veramente interessargli è sua madre, anziana psicopatica e demente ricoverata in una clinica costosissima, per il cui mantenimento Victor è costretto ad arrotondare quanto percepisce in qualità di comparsa in un parco a tema sulla vita dei primi coloni americani.
La sua scelta è di far finta di soffocare mentre si trova in locali pubblici, per lo più ristoranti, e farsi "salvare" con la manovra di Heimlick da avventori con le sembianze di un conto in banca ben nutrito. Egli però dissente da quanto afferma il suo caro amico (cioè che lui stia eseguendo un raggiro), anzi ritiene di star dando una nuova vita a persone sfiduciate e in crisi, creando loro un'esperienza da ricordare e di cui essere fieri per sempre. Tanto che questi poi gli restano legati a lungo nel tempo e lo aiutano economicamente quasi fosse un nuovo figlio adottivo (un'adozione a distanza, ma fatta in loco!).
E Victor se ne intende di affidamenti familiari, dato che ha passato tutta l'infanzia affidato a famiglie varie, senza mai potervisi stabilmente legare, perchè la madre - di volta in volta uscendo dall'ospedale psichiatrico di turno - lo andava a recuperare e lo inziava a una vita di fughe e di trasgressioni (furtarelli qua e là, liberare gli animali dallo zoo nottetempo, andarsene in giro cono scuola-bus, ..) fino al prossimo ricovero.
Victor va a trovare la madre ogni giorno, ma lei non se ne avvede e lo scambia per qualcun altro. Fino a che lo mette al corrente del mistero della sua nascita senza il papà (con implicazioni religiose, da cattolicesimo italiano provinciale e colpi di scena finali). Nei ritagli della trama compaiono tutta una serie di altre questioni: dal rapporto con la "dottoressa" Marsha, all'effetto che fa Victor sulle vecchiette dell'ospedale al fascino conturbante da stronzo egocentrico che esercita sulle donne, in un melting-pot delizioso. Classificarlo commedia è molto riduttivo, ma la condensazione filmica è comunque riduttiva.
Gregg, che compare anche come attore secondario nel film, fa il possibile per far rivivere l'opera letteraria, che però ha una complessità intrinseca difficile da rendere.
Mi ha fatto impressione sapere che Gregg, dopo un film come questo, sia stato il realizzatore di una pellicola agli antipodi come The Avengers!!
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