Regia di Dany Boon vedi scheda film
Dialogo tra un lavoratore e il suo principale. «No, non ti hanno licenziato, peggio». «Come peggio?!» «Sì, ti hanno trasferito… su al Nord». «Al Nord?! Tipo Lione?» «No no, non Lione, più su». «Non Parigi spero…!!» «No no, più su, più su…». Questo capita al povero Philippe, “dislocato” più su, nel Nord-Pas-de-Calais dove parlano il piccardo, che pronuncia la “c” (foneticamente come la nostra “s”) “ch”, con effetti esilaranti, perché ad esempio c’est toi (sei tu) diventa chez toi (da te, a casa tua). Per questo nel resto dell’esagono chiamano i piccardi “Ch’tis” e li prendono in giro manco fossero i peggiori barbari. Philippe, invece, scoprirà che non sono poi così male, tanto da fare di tutto affinché la moglie non lo raggiunga in esilio. Giù al Nord, con i suoi ventuno milioni di spettatori, è il più grande successo del cinema francese. Se ne stanno preparando un remake americano e uno italiano. Si ride: all’inizio molto, poi la commedia rientra nei ranghi e propone la solita ridda di sentimentalismo popolano, fatto di ospitalità e solidarietà degli umili, in contrapposizione all’aridità degli “urbani”. La cosa più divertente, però, è che entrambi i protagonisti, lo ch’tis (interpretato dal regista, Dany Boon) e il purista francese, sono in realtà di origine araba!
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