Regia di Daniele Cascella vedi scheda film
Tema sentito quello delle difficoltà produttive del cinema nostrano. Almeno dagli addetti ai lavori, a cui l’opera prima di Daniele Cascella potrebbe piacere. Cinema sul cinema, nel cinema e per il cinema. Gioco di parole che si realizza attraverso una mise en abîme (spettacolo nello spettacolo) che sceglie di tingere un noir intimista di ironia e di thriller. Tanti (forse troppi) gli ingredienti, per raccontare le disavventure di un regista italiano desideroso di realizzare il proprio film. Struttura complessa, nonostante la trama possa apparire ripetitiva, tutta o quasi posta in opera in interni. Il disvelamento è progressivo, e i colpi di teatro costruiscono ben tre livelli metacinematografici. Curiose le analogie con Il nostro messia di Claudio Serughetti, sebbene meno riuscito. Medesimo sguardo a Pasolini, stessa vena onirica. Remo Remotti è il Dio del Cinema, figura astratta in una sala vuota che prende il nome di Paradiso Deserto. Un piccolo omaggio, realizzato con pochissimi mezzi, discontinuo a tratti, ma sorretto da un ottimo impianto sonoro. Opera prima che fa ben sperare, ma il dubbio - che il pubblico ordinario, lontano dai disagi del settore, possa apprezzarla - resta.
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