Regia di Marco Pontecorvo vedi scheda film
Interessante e sostanzialmente riuscito questo spaccato sul problema dei ragazzi abbandonati di Bucarest, un problema non marginale, dal momento se ne sente parlare in diverse occasioni. E' un'opera sincera e umana, priva di retorica e di facile commozione, come pure di violenza gratuita. La violenza in realtà c'è ed è molta, quella cioè che adulti di varia estrazione e la polizia fanno ai giovani, e pure quella che per conseguenza questi si fanno tra loro, verbale e non. Questa violenza rimane fuori campo o celata nelle ellissi della narrazione. Tuttavia essa non perde la sua forza o la sua bruttezza: si pensi allo straziante recupero della ragazzina violentata nello scantinato, col placet dei poliziotti.
Va anche detto che la ricostruzione d'ambiente è pure impressionante, anche se il regista non ci mette nessuna enfasi (primi piani, montaggio, musiche...). Anche qui la bruttezza rimane fuori campo o quasi, ma non per questo non viene comunicata. La fogna dove vivono i ragazzini, ad es., è qualcosa che sembra troppo brutto per essere vero, ma che pure è la realtà.
Un difettuccio è una macchina da presa a tratti troppo mobile. Un appuntino, poi, lo farei ad una frase che dice la ragazza ad un certo punto, cioè che il fenomeno degli orfani sarebbe dovuto alla politica di aumento delle nascite messa in atto da Ceausescu. La questione è un'altra. Durante o poco dopo la fine della dittatura erano figli di genitori arrestati dalla Securitate, forse messi in orfanotrofio (e fuggitivi) o semplicemente lasciati a se stessi; oggi sono figli di genitori sbandati, dediti all'alcol, alla droga o al crimine.
La pellicola, mostrato l'orrore della vita di quei poveretti, vuole dare un messaggio positivo: essi hanno bisogno di qualcuno che non solo gli dia da mangiare, da vestire, una doccia, ma pure di qualcuno che li valorizzi come persone, che li faccia sentire utili, gli dia un lavoro, e che soprattutto abbia fiducia in loro. In questo modo si possono riscattare e condurre una vita rispettabile, rispettando gli altri e se stessi. Il disprezzo che hanno per sé e per gli altri, infatti, è figlio del disprezzo della gente per loro. Stesso discorso per la violenza: la subiscono dagli adulti e quindi la praticano a loro volta.
Forse non è un film tecnicamente elevato, ma è sincero e coinvolgente, e ha un alto valore umano. Penso sia impossibile annoiarsi.
Una noticina finale. La Rai ha prodotto il film; ci ha creduto, ci ha messo i quattrini, e quindi ha fatto bene. Poi però lo ha trasmesso in prima visione TV alle 3 di notte. Non è strabismo questo, o schizofrenia? Il film ha immagini forti? Non è vero, e poi in prima serata passa a volte roba da far venire la pelle d'oca.
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