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Machan

Regia di Uberto Pasolini vedi scheda film

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La recensione su Machan

di FilmTv Rivista
8 stelle

Volontà, desideri, speranze, inventiva e fantasia. Coloro che stanno al di là delle nostre frontiere, coloro che abitano nelle zone povere del mondo - quelli che noi chiamiamo “extracomunitari” - sono come eravamo noi qualche generazione fa. E hanno quello che in Occidente non si trova più: la fame dei popoli giovani, i loro desideri totalizzanti, l’ingenuità e la tenerezza di chi crede nella possibilità di una vita migliore, nel sogno a poche ore di volo. Uberto Pasolini, finora conosciuto come produttore (sua la produzione di Full Monty, il maggior successo commerciale inglese di tutti i tempi) è andato in Sri Lanka per mettere in scena una storia realmente accaduta. Nella bidonville di Colombo un gruppo di amici, senza soldi e senza futuro, capisce che l’unico modo per ottenere il visto per emigrare in Europa è farsi invitare: allora si improvvisano giocatori di pallamano per rappresentare il loro paese in un torneo tedesco e senza aver giocato nemmeno una partita si propongono come la “Nazionale di Palla a Mano dello Sri Lanka”. L’improbabile squadra atterra in Baviera, ma prima di tentare la fuga dovrà cimentarsi davanti a un pubblico di tifosi… Presentato alle Giornate degli Autori di Venezia 2008, il film guarda il volto di ciascuno e ascolta attento: interpretato da attori alla loro prima esperienza cinematografica e da non-professionisti, ognuno dei 23 cingalesi si porta dietro la sua storia da raccontare. Machan potrebbe essere letto come uno di quei film che aspira all’etichetta di “realista” e “impegnato” mentre mette in scena la parabola ascendente della metafora sportiva (un gruppo disomogeneo e disorganizzato che trova nello sport l’unione e la forza necessaria per farcela). Ma la regia mantiene il controllo e fa un passo indietro: tentato da stereotipi caratteriali e dalle solite trappole narrative, il film invece rallenta piano e apre i suoi occhi, le braccia, i pori della pelle. Quello che entra è quel poco di realtà che ci serve per non morire.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 37 del 2008

Autore: Silvia Colombo

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