Regia di Marco Bechis vedi scheda film
Le buone intenzioni,da sole,non bastano a fare un buon film.E il film del militante Marco Bechis,autore di alcuni tra i più belli film su temi politici degli ultimi anni,è un film a cui non difettano le buone intenzioni.Quello che difetta è la cinematografia.Birdwatchers è il classico film che ha l'aspetto dell'opera fabbricata su misura per i festival,che solleva giustamente indignazione ma che poi affonda nelle sabbie mobili della retorica in un brutto finale.E non brutto per quello che succede.Al contrario l'inizio è rimarchevole con gli indios che si affacciano sulle sponde del fiume allorchè passa una piccola imbarcazione con alcuni osservatori ornitologici:passata la barca si addentrano nella foresta e si rivestono.Sono delle semplici comparse ad uso e cosumo dei turisti.E vicino a dove erano trovano due giovani che si sono impiccati.Effettivamente tra i Kaiowà,popolo in via di estinzione a cui è stata usurpata la terra dai fazenderos,il tasso dei suicidi tra i giovani è altissimo.Il film si risolve in una lotta tra questi fazenderos che "fabbricano" cibo(questa è la loro giustificazione) e i Kaiowà a cui è stato negato lo spazio vitale.La cinepresa di Bechis è efficace quando osserva con intenti antropologici il popolo indigeno,il suo orgoglio che mal si accoppia agli inevitabili compromessi a cui si deve sottostare,il contatto spesso pericoloso con i finti agi della vita moderna.E ne indaga gli aspetti deteriori.Il film invece è molto meno efficace quando si incaglia nei personaggi di fiction che non riescono a dare spessore e credibilità al film.Il film affonda quando entra in scena la Caselli nei panni della moglie del fazendero o l'inespressivo Santamaria nei panni dello "spaventaindigeni" piazzato con la roulotte in mezzo al campo come deterrente.La lotta per la terra è l'istanza principale di questo popolo sconosciuto alla massa e che qui diventa protagonista(cosa da ascrivere ai meriti del film) e non comparsa come raramente è successo.Ma i fasti di Herzog(soprattutto) e di Malick sono lontani.La rivendicazione finale con cui si chiude il film invece è zavorrata dall'enfasi e dalla retorica.Una brutta chiusura per un film di indubbio impegno civile ma di dubbia resa cinematografica....
se fosse un documentario la regia rebbe decorosa.Visto che è un film è mediocre....
catatonico
pessima
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