Regia di Kathryn Bigelow vedi scheda film
Catalogarlo come film di guerra è riduttivo perché è qualcosa di più. E' un film che osserva la guerra dall'alto, che studia gli uomini che la fanno come fossero formiche ed analizza le loro sensazioni psicologiche da vicino. Nonostante la presenza di uno o due personaggi principali, la pellcola è corale; l'artificiere protagonista non è che un simbolo, una rappresentazione di tutti gli artificieri, di tutti i soldati e di tutti i loro sentimenti. Anche la guerra in Iraq è un simbolo perché ciò che è allo studio è la guerra in sé per sé, la guerra vista come orrore, ma anche come necessità, come droga; l'artificiere sembra non poterne fare a meno, sembra non poter allontanarsi dalle scariche di piacere che ricava da ogni bomba disinnescata; i soldati si lamentano, stanno male, ma sono volontari e non possono rinunciare all'Iraq. La guerra sembra una condizione umana che non si può evitare, una condizione che si riprodurrà all'infinito. Ma scordatevi pazzi armati o psicopatici col mitra: i militari americani hanno un volto straordinariamente profondo ed umano, i ribelli iraqeni invece sono una massa informe, oscura, strana, buia; una massa sconosciuta che pare pronta a colpire ed ad esplodere quanto meno te lo aspetti, il tutto su uno sfondo assolato, misterioso ed inquietante. Alla fine si ha la consapevolezza di aver visto un film enigmatico, strano, che non dà risposte e che nella sua cornice assolata mostra un mondo particolare, mostruoso, ambiguo. Tabellino dei punteggi di Film Tv ritmo:3 impegno:3 tensione:3
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