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The Hurt Locker

Regia di Kathryn Bigelow vedi scheda film

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La recensione su The Hurt Locker

di emil
8 stelle


La Bigelow asciuga la guerra di ogni possibile retorica e realizza un film drogato, in cui non conta nulla, eccetto l'adrenalina. I soldati sono tossicodipendenti in balia di emozioni che , come una sostanza allucinogena, li tengono in vita, molto più valori come famiglia e figli, una condanna che non si finisce mai di scontare, una prigione mentale autoassolutoria, una chimera che gioca pericolosamente con la vita.
L' esperto di esplosivi James (Jeremy Renner) è uno di quei drogati, uno zombie che ha bisogno che l'adrenalina pompi forte nelle vene per dare un senso alla sua vita, irrimediabilmente compromessa dagli orrori della guerra, la sua storia riflette il disagio di una nazione intera.
Regia e montaggio totali , nascondo le magagne di una sceneggiatura banale. Grande ritmo e tensione per uno dei lavori migliori e più realistici della regista californiana.

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Ultimi commenti

  1. ezio
    di ezio

    Gran film e come sempre regia personale e incisiva..grazie emil

  2. laulilla
    di laulilla

    Condivido sostanzialmente la tua analisi, ma sono stata, tempo fa - per ragioni soprattutto politiche - molto più polemica con la società americana che produce modelli umani agghiaccianti, non solo fra i soldati che rischiano, purtroppo.

    1. emil
      di emil

      L' America , come molte altre nazioni, è una madre che tradisce i propri figli

  3. maurizio73
    di maurizio73

    La deriva post traumatica del milite americano che descrivi, mi fa venire in mente un caposaldo come 'Taxi Driver', una specie di esaltazione patologica che solletica fino al parossismo ancestrali istinti predatori, ma anche la disperazione di intere generazioni con un biglietto di sola andata verso l'orrore che non è solo americana (basta leggere il bellissimo 'Ragazzi di zinco' della Aleksievic) ma che nessuno come l'America ha saputo raccontare così bene.

    1. emil
      di emil

      Si, anche se Bickle ne era uscito in qualche modo , rielaborando un senso di giustizia del tutto personale e squilibrato. Qui invece non si ha nemmeno il coraggio di tornare a casa. Se ci pensi è altrettanto drammatico, forse pure peggio

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