Regia di Kathryn Bigelow vedi scheda film
Forse non meritava la pioggia di Oscar che ha avuto, ma neppure le aspre critiche che, un secondo dopo, lo hanno investito, questo film della Bigelow. Per esempio Mereghetti ha scritto che «l'intreccio è ripetitivo» (ma, quando scrive che il piccolo Beckham è destinato ad una tragica fine, viene il sospetto che non abbia proprio visto il film per intero), ma è il film stesso ad avere una struttura circolare: alla fine, l'artificiere James ricomincia il giro e l'anno di ferma in Iraq ricomincia da 365. Per questo l'intreccio è ripetitivo, perché i giorni scorrono uno dopo l'altro senza un apparente sviluppo, come in una partita del Monopoli nella quale si deve continuamente ripartire dal Via: James, infatti, nonostante la giovane età, ha disinnescato 873 bombe, praticamente una per ogni giorno degli ultimi tre anni di vita. E dopo ogni bomba disinnescata ce n'è subito un'altra, compresa quella assicurata con dei lucchetti al corpo di un pover'uomo, trasformato, come il bambino trovato in un covo talebano, in un "armadietto del dolore", un hurt locker.
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