Regia di Raffaele Verzillo vedi scheda film
Animanera ha i difetti di tanto cinema italiano degli ultimi anni: qualche buona intenzione, un bel po' di vorrei ma non posso, ma anche una povertà di originalità e di idee che fa più paura del protagonista.
L'idea buona sta nella descrizione del contesto familiare che crea il vuoto protettivo attorno a una delle piccole vittime del mostro pedofilo e non male è anche la descrizione di quest'ultimo come una persona qualunque, uno di noi, sebbene gli autori del film sentano la necessità di fornirgli un background di violenza familiare subita che quasi giustifica la sua patologia da adulto.
Purtroppo, la carente fantasia cinematografica del regista lo porta a ricalcare modelli fin troppo consolidati, come il gabbione che rimanda al Silenzio degli innocenti e il maniaco che striscia nudo come un serpente biblico.
La parte decisamente da scartare è quella dell'indagine poliziesca, tutta raccontata con piattissimo stile paratelevisivo e condotta da un commissario affiancato da una giovane psichiatra, che fa base al commissariato (o alla procura, perché anche qui la chiarezza non è eccessiva), come in uno dei tanti dozzinali prodotti americani.
Il fatto, poi, che spesso il mostro è il geometra della porta accanto poteva anche essere preso meno alla lettera dagli autori, visto che Russo, signorile amministratore condominiale, abita proprio di fianco alla giovane (e bella, ça va sans dire) psichiatra. Luca Ward, bravo ed aitante doppiatore, come interprete è imbarazzante e così pure la sua partner. La giovanissima vittima e il suo carnefice fanno invece la loro parte più che dignitosamente.
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