Regia di Laurent Charbonnier vedi scheda film
Un prologo su ghiacciai e cigni in amore. Una voce over femminile ci avvisa che «tutta la terra è impegnata nei rituali dell’amore e del mistero». E la musica di Philip Glass ci introduce a una silenziosissima, statica osservazione di granchi, scimmie, fenicotteri, canguri, gru, rane, conigli, giraffe, zebre, uccelli, stambecchi e molte altre specie animali ancora intente ad applicarsi nel corteggiamento e nell’accoppiamento. Alla curiosità innescata dal titolo, che evoca languori alla Barbra Streisand, fa seguito un film di montaggio asettico – solo musica, niente commento – e per lo più monotono. Di quelli che altrimenti potrebbero, se smontati in singoli episodi, costituire una serie nello stile del documentario naturalistico Bbc. Il perché dell’operazione ci sfugge, soprattutto in assenza di un’esposizione didattica o di una voce che faccia da contrappunto anche solo narrativo o ironico (come l’intervento di Fiorello per La marcia dei pinguini, per intenderci). Gli spettatori agostani in cerca di brividi o di sorprese naturalistiche si astengano. Qui l’unico piacere, a volerne proprio trovare uno, consiste nel cercare le analogie tra comportamenti animali e umani. Che esistono, come no.
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