Regia di Anthony Harvey vedi scheda film
A lungo i personaggi parlano d’affari politici come in una partita a Risiko: siamo nel 1183 ma l'effetto non è da buttare. Goldman rincorre la lingue rude e volgare di un’Inghilterra affatto elisabettiana e approda ad una straniante modernità piuttosto divertente. La regia robusta ed enfatica - con picchi di strazio tragico - e le musiche draculesche garantiscono un grande spettacolo. Le scenografie possenti e vuote le riempiono i ruggiti degli attori: su tutti la Hepburn, con un monologo davanti allo specchio che mozza il fiato; gli altri le
stanno dietro, con gloria.
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