Regia di Pupi Avati vedi scheda film
VOTO : 7.
Avati è un regista che butta fuori films a getto continuo, con risultati altalenanti; insomma ha sempre tante idee, ma non sempre poi sono all’altezza della situazione.
Questo è sicuramente uno dei più belli, anzi probabilmente il più bello, che ha girato negli ultimi anni.
La storia è di quelle forti e vede protagonisti tutti personaggi difficili, dalla figlia con problemi mentali, al padre apprensivo votato a proteggerla da tutto e legato a lei oltre ogni cosa, alla madre che dalla vita non ha certo avuto tante gioie dalla famiglia; il tutto sullo sfondo della Seconda Guerra Mondiale.
Avati riesce a raccontarci una faccenda drammatica con tono lieve e sommesso, trasmette il disagio dei suoi protagonisti, ma anche il coraggio e l’amore paterno; ci rappresenta un’Italia che era, ma anche è oggi, quella del pregiudizio, quella che non si ferma mai e non è in grado di perdonare o ascoltare.
Tant’è che la storia si può tranquillamente considerare ambientata nei giorni nostri, per le tematiche sociali ed affettive che affronta.
In più a valorizzare il film c’è una regia che utilizza una fotografia importante e che azzecca alcune inquadrature di notevole effetto; insomma è tecnicamente curato.
Tutto questo rende il film pregevole.
Certo non siamo di fronte ad un lavoro indimenticabile, ma possiede una capacità comunicativa preziosa e merita di essere visto.
VOTO :7.
Racconta una bella storia, coragiosa ed intima.
Ed anche dal punto di vista del gusto visivo, da un buona prova.
VOTO :7+.
Grande Silvio. Il suo è un personaggio coraggioso, un padre umano e sommesso che accetta di vivere le sue pene e lo fa con coraggio. O per lo meno così ci appare grazie alla sua prova attoriale..
VOTO : 6/7.
Un buon talento che qui da una prova convincente.
VOTO : 6,5.
In parte, offre una prova di discreto livello.
VOTO : 6,5.
Avati rischia puntando su di lui e li lo ripaga con un'interpretazione lontana da quello che di lui conosciamo.
VOTO : N.G.
Pochissime scene per lei.
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