Regia di Pupi Avati vedi scheda film
Grandi entusiasmi nelle recensioni per "Il papa´di Giovanna", nuovo lavoro di Pupi Avati ambientato negli anni del fascismo alle porte della Seconda Guerra Mondiale: da un po´il cinema del regista emiliano conosceva piu´detrazioni che altro, compreso l'ultimo "Il nascondiglio", che doveva essere il rilancio nel genere parallelo dell'horror nel quale Avati ha diversi estimatori, e invece si e´rivelato unóperazione sbagliata. Intinto in una luce stinta, il film si avvale di un cast di ottima resa, con nota a margine per Silvio Orlando giustamente premiarto a Venezia e un misurato e inedito Ezio Greggio, su un´ Italietta marginale e di poco conto, con esistenze sullo sfondo e autocommiserazioni a tutto spiano. Il dramma del padre intellettuale che si vede fallito su ogni piano e si ritrova a fare da collegamento tra la figlia impazzita e divenuta assassina e´ condotto da regia e sceneggiatura con sobrieta´ e contenuta partecipazione. Quello che non convince appieno del film, semmai, resta la parte finale, ove le sottotrame varie vengono risolte alla buona, e il lieto fine-post scriptum sa di arrangiamento forzato, con una ricomposizione familiare abbastanza fuori luogo. Discreto, ma nulla oltre.
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