Regia di Pupi Avati vedi scheda film
Tra i film di Avati da me visionati questo è uno dei più riusciti della sua fase recente, un dramma familiare che fino a un certo punto ha perfino l'andamento di un thriller, un ennesimo tuffo nel passato da parte del regista bolognese, ma molto più concreto del solito, senza inutili nostalgie e languori di maniera. Il nodo centrale è quello del rapporto fra un padre molto protettivo e una figlia con problemi psichici che arriverà a compiere per futili motivi un delitto: il rapporto fra i due è caratterizzato in maniera convincente nella sceneggiatura e risulta credibile grazie anche alle ottime interpretazioni di Silvio Orlando (più misurato del solito) e di una eccellente Alba Rohrwacher, che si può considerare la vera rivelazione del film. Anche le trame parallele sono condotte con il giusto rilievo, mentre si ha l'impressione che nella parte finale lo sviluppo narrativo risulti più affrettato, ed è un peccato che la conclusione scelta da Avati non renda del tutto giustizia al film, così come l'accento posto sulla giustizia sommaria dei partigiani può forse essere tacciato di revisionismo storico un pò discutibile. Tuttavia, nell'economia dell'opera risultano difetti minori di fronte alle qualità dell'interpretazione (bravi anche Francesca Neri ed Ezio Greggio), alla concisione della regia e al corretto approfondimento psicologico dei personaggi. Dunque, un film più rischioso del solito per Avati e una scommessa in buona parte vinta.
voto 7/10
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