Regia di Brad Anderson vedi scheda film
Transsiberian presenta due o tre scarti che lasciano perplessi. Parte come un thriller investigativo nell'incipit, vira subito sul film di viaggio, assume poi le sembianze di una sorta di intrigo internazionale sul filo del traffico di stupefacenti. Protagoniste due coppie variamente assortite, che si incontrano, scontrano e rincorrono sulla famosa linea ferroviaria del titolo. A far da collante, le indagini di un detective russo, interpretato dal sempre bravo Ben Kingsley, qui impenetrabile e temibile. Sullo sfondo, le organizzazioni onlus che operano a favore dell'infanzia nei vari paesi del mondo, un treno con il suo campionario di comparse e stereotipi, i paesaggi innevati della Siberia, alberghi fatiscenti, polizia plenipotenziaria, un ex Unione Sovietica da cortina di ferro. Brad Anderson (Session 9, L'Uomo Senza Sonno, The Call) dirige un buon cast di interpreti. Stuzzica la visione dello spettatore condendo il racconto con diversi momenti di tensione. C'è il passato burrascoso e misterioso di alcuni protagonisti, l'attrazione fatale tra il caliente spagnolo Eduardo Noriega e l'apparentemente algida americana Emily Mortimer, l'ingenuità impagabilmente ammantata di fede del fervido credente Woody Harrelson, il fascino sfuggente della giovane e, poco, innocente Kate Mara. Suspence, un pizzico di avventura, sparizioni, inseguimenti, le strette cabine di un convoglio in cui intrecciare le vicende dei personaggi, il gelo innevato attorno, l'inquietante Madre Russia con i suoi spazi sconfinati, i suoi edifici abbandonati, le sue violente logiche di potere. Qualche incongruenza, un paio di banalità (la scena della chiesa ortodossa nel bosco è piuttosto inverosimile). Discreto.
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