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Inside - À l'intérieur

Regia di Alexandre Bustillo, Julien Maury vedi scheda film

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cazzeggiatore del millennio

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La recensione su Inside - À l'intérieur

di cazzeggiatore del millennio
8 stelle

Temeraria estetizzazione della violenza e amore per la serie B che mai si è posta limiti, per chi ama il genere e per i profani che vogliono farsi una cultura.

  La trama è un po’ complessa, va comunque spiegata per completezza: ci sono una donna incinta e una pazza che si massacrano di botte.

  Ottanta minuti di bravura e che sanno su cosa puntare spingendo l’estetica fino all’estremo oltrepassando la credibilità stessa di quanto accade, l’intrusa che ne farà passare alla protagonista di tutti i colori è vestita come una strega e le sue reazioni alle contusioni o agli inconvenienti che la indispongono vanno oltre la follia prendendo i tratti propri di un essere sovrannaturale; gli atti violenti in sé, le carni che si aprono, non fanno suoni che rimandano alla realtà cosicché l’elemento di disturbo non è fine a sé stesso ma punta proprio a straniare. Il finale in questo senso è chiarificatore rivelando la presenza di due film contemporaneamente, il primo legato alla storia in sé ed il secondo che dà risposta ai tanti elementi grotteschi o poco chiari, film non solo visivamente bello e ben fatto ma anche dimostrazione d’amore per un certo cinema di serie B soprattutto italiano e temerario nei confronti delle regole perché consapevole dei mezzi a disposizione, che sia il talento o che sia la troupe di un certo livello.

  La dose di violenza è da storia del cinema, cioè un film così divertito a far aprire i corpi raramente si era visto, una violenza però che può essere insopportabile come ridicola per quanto grottesca, il fiore all’occhiello del film è infatti la tensione che si riesce a creare dove la fotografia calda che risalta la casa rispetto al grigio resto del mondo attorno alla protagonista si trasforma nell’ennesimo soffocante dettaglio di un labirinto dove dietro l’angolo non sai mai chi ci possa essere.

  Sostanzialmente la rappresentazione di una certa solitudine, quando la protagonista esce di casa la freddezza degli esterni è palpabile: la sensazione trasmessa dai sobborghi mostrati è di lucida sgradevolezza dove ogni cosa, dal parco giochi al muro grigio degli edifici, è opaca e sbilenca. Un inquietante mondo dove i poliziotti ad esempio sono degli idioti che malgrado il pericolo corso dalla ragazza entrano nella casa a perlustrare con indifferenza lasciando persino la porta aperta, le uniche ad avere gli attributi sono proprio le protagoniste: ossi duri l’una per l’altra ma prive di scrupoli nello sbaragliare qualunque altra cosa si metta sul loro cammino.

 

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