Regia di Ron Howard vedi scheda film
Morto un papa se ne fa un altro,dice il proverbio, ma ad Hollywood hanno visto anche in questa frase un altro modo di fare miliardi.Dato il riscontro, soprattutto in Europa e qui da noi( uscito a stagione tradizionalmente agli sgoccioli, divenne il campionissimo d'incassi stagionale) de"Il codice Da Vinci", Ron Howard torna dietro la macchina da presa per dirigere Tom Hanks nel ruolo dello studioso Robert Langdon i che indaga su misteri in cui Storia,Arte e Chiesa sono coinvolte e fantomatici personaggi arrivano ad ordire trame omicide per perseguire disegni complessi e megalomani. In realtà, come saprà chi ha letto i romanzi, "Angeli e demoni" è uscito, come si suol dire, "a rimorchio" del più grande successo di Dan Brown, e se sulla pagina scritta questa avventura vaticana di Langdon si svolge prima, qui vi si accenna appena in un dialogo:"Angeli e demoni", anche nell'originale di Brown è meno statico de "Il codice Da Vinci", e se nel romanzo le cose improbabili e madornali fioccavano ad ogni pagina, la sceneggiatura del film modera un pò le baggianate alla 007 che mettono l'eroe contro la setta risorta degli "Illuminati",determinati a distruggere le alte sfere del clero. Hanks, in buona forma fisica, anche se assomiglia sempre di più nei tratti a Stan Laurel, se la cava con professionalità, e tra gli altri interpreti spicca un Ewan McGregor in parte nel ruolo del Camerlengo:lo spettacolo,nonostante le due ore e dieci non annoia, si rimane sempre un pò perplessi circa la sostanziale superficialità con cui le majors affrontano tematiche per niente semplici(sulle parole al miele del cardinale Mueller-Stahl circa Galileo Galilei avrei da eccepire, considerando abiura e via discorrendo), e ci si prepara al terzo capitolo, naturalmente inevitabile.
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