Regia di Eldar Ryazanov vedi scheda film
Storia di Hans Christian Andersen che amò senza sposarsi, come Asja Kljacina di quel vecchio drammone di Konchalovsky. Storia dello scrittore sognatore capace di far presa come pochi nell’immaginario dei grandi e dei piccini (e degli psicoterapeuti) con le sue fantastiche tristissime fiabe. Storia biografica agiografica che si concede qualche licenza e più di una divagazione, raccontata come fosse una favola, in flashback, attraverso una serie di novelle. Storia di un ragazzino nato brutto anatroccolo, poverissimo, figlio di una lavandaia e di un calzolaio. Visse relazioni tormentate, come i suoi scritti, mai a lieto fine, da soldatino di stagno. Diario sentimentale passionale dell’artista che non riuscì a ottenere l’amore di una donna. Presunta omo o bi-sessualità a parte, tema su cui il dibattito è da sempre aperto e che qui non è approfondito. Uomo solo, ai margini, ma dotato di una fantasia potente, s’innamorò della cantante svedese Jenny Lind ed ebbe una relazione passionale probabilmente non consumata con Henriette Wulf, figlia di un ammiraglio. Film impegnativo, non per tutti, più immaginifico che didattico. Splendidi costumi, recitazione intensa. Da Eldar Ryazanov, 80 anni compiuti, che ai tempi fu nominato artista del popolo dell’URSS.
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