Regia di Takashi Miike vedi scheda film
Uno dei primi titoli, il quinto per la precisone, diretti dal prolifico Takashi Miike. Un giudizio complessivo su questo regista giapponese mi riesce piuttosto difficile, dal momento che alcuni suoi film gli ho apprezzati molto e altri proprio per niente. I suoi capolavori penso siano principalmente 13 ASSASSINS e DEATH OF SAMURAI, due recenti film sul tema dei samurai imperdibili. Questo BODYGUARDS KIBA è invece uno yakuza-movie di arti marziali che ha avuto anche due sequel diretti sempre da Takashi Miike. La storia vede al centro Junpei, un giovane yakuza di basso rango che ruba una consistente somma al suo capo. Mentre è catturato e torturato dagli uomini del boss, Junpei viene salvato da un blitz della polizia che arresta tutti i presenti. Dopo 5 anni di carcere, Junpei è deciso a recuperare i soldi che aveva rubato per scappare con la ragazza che amava e che aveva promesso di aspettarlo. Gli uomini dello yakuza sono ancora però sulle sue tracce, il ragazzo decide allora di assumere una guardia del corpo esperta nelle arti marziali per difendersi dai loro attacchi. Nel frattempo però, la ragazza di Junpei è stata costretta a passare alle dipendeze del ricco malavitoso, mentre un scuola di arti marziali rivale è decisa a sfidare la sua guardia del corpo... Più vicino al genere delle arti marziali che a quello dello yakuza-movie, si mostra un film abbastanza interessante e movimentato dalla partenza esplosiva. Dopo la prima mezzora però, il ritmo tende a perdersi e l'impatto iniziale del film si affievolisce. Inoltre, dopo un po' il regsita si concentra parecchio su scene truci e a sfondo sessuale sempre disgustose e indigeste. Si rissolleva comunque nel finale, dove viene iscenato anche un ottimo combattimento di karate tra la guardia del corpo (Kiba) del titolo e l'allievo dell'altra scuola. Il film riesce quindi a mostrare momenti d'azione iperdinamici ben girati con a tratti una dramamticità elevata, la storia è molto triste e per niente divertente, ma in modo piuttosto superficiale. Si tende infatti a puntare troppo su brutture gratuite senza creare tanta atmosfera, in mano a professionisti di maggiore sensibilità registica come Johnnie To o Takeshi Kitano sarebbe sicuramente riuscito meglio. L'elemento migliore restano le sequenze di combattimento, notevoli grazie alle abilità di alcuni degli attori e attrici
Altalenante, presenta qualche buona trovata ma senza costanza
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