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Doomsday. Il giorno del giudizio

Regia di Neil Marshall vedi scheda film

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La recensione su Doomsday. Il giorno del giudizio

di munnyedwards
4 stelle

 

L’originalità è cosa rara, se poi la cerchiamo in generi cinematografici super inflazionati (come l’horror o la fantascienza) l’impresa diventa quasi impossibile, dico quasi perché ogni tanto qualcosa di interessante esce lo stesso, eccezioni naturalmente, casi isolati e fortunati che confermano la regola di base, raccontare qualcosa di nuovo quando si affrontano certe tematiche non è facile ma alcuni ci provano lo stesso, mentre altri, come il nostro Neil Marshall, si nascondono dietro il giochetto delle citazioni.

Che alla fine non sarebbe nemmeno questo il peccato originale, rientra nella normalità prendere spunti, citare, portare via qualche idea, ma poi è d’obbligo rielaborare il tutto, plasmarlo ad un personale stile registico, ad una visione artistica, fare insomma un film che non sia semplicemente un collage di pezzi di altri film, un puzzle da mettere in bacheca tanto per fare qualcosa.

Poi certo se sei di quelli bravi con le citazioni ti ci costruisci un nome, se sei un fenomeno la critica specializzata si spinge a definirti autore (Tarantino), ma devi avere le palle, devi avere una tua impronta definita da tirar fuori, frulli tutto quello che ti piace ma poi ne deve uscire qualcosa di personale, non originale, ma personale si.

 

Rhona Mitra

Doomsday. Il giorno del giudizio (2008): Rhona Mitra

 

Neil Marshall non rientra tra quelli bravi, nè tantomeno è un fenomeno, e cosi un film come Doomsday non può che risultare una bella furbata, una scorciatoia forse divertente per gli appassionati del genere, ma veramente priva di qualsiasi contenuto personale.

E così ci troviamo davanti un prodotto che si presenta come un insieme di situazioni-ambientazioni-personaggi copiati di sana pianta da altri film, un’operazione che lascia veramente basiti perché dietro c’è la premeditazione, il mettere le mani avanti strizzando l’occhio agli amanti del genere per agguantare consensi con il minimo sforzo.

Forse sono troppo duro ma io non amo questo tipo di pellicole, e non perché non approvi il discorso citazioni, ma perché molto spesso in questi film si perde di vista l’obiettivo primario, che secondo me deve essere quello di raccontare una storia; e non puoi raccontare una storia unendo semplicemente pezzi di film diversi.

Doomsday lo dimostra chiaramente, abbiamo il solito virus che stermina inspiegabilmente una parte della popolazione (in Scozia), così le autorità inglesi costruiscono un muro e lasciano per trent’anni la gente a morire, poi un giorno si scopre che il virus è arrivato anche a Londra e cosi viene mandata una squadra di specialisti oltre il muro, perché da alcune immagini satellitari risulta che la popolazione scozzese è ancora viva, di conseguenza devono aver trovato una cura.

 

Malcolm McDowell

Doomsday. Il giorno del giudizio (2008): Malcolm McDowell

 

Ora sono centinaia i film che partono dal presupposto del virus ma i riferimenti evidenti vanno al film di Boyle (28 giorni dopo e sequel), la città chiusa da un muro riporta direttamente al capolavoro 1997 Fuga da New York, film che viene letteralmente saccheggiato da Marshall, l’eroina interpretata da Rhona Mitra strizza chiaramente l’occhio (l’unico buono) allo Jena Plissken di Kurt Russel, ma anche alla Alice di Resident Evil, il film di Carpenter poi viene citato ripetutamente nelle scene di combattimento e nella critica feroce al potere costituito, il finale di Doomsday è praticamente identico a quello del film di Carpenter.

Ma non è finita quì, la squadra di assalto con i blindati ci rimanda ad Aliens di Cameron, la bella Rhona che combatte nell’arena richiama Il Gladiatore di Scott, la città medievale controllata da Malcom McDowell cita Timeline di Donner, nell’altra parte della città abbiamo invece un gruppo di punk carnivori comandati da una schizzato Craig Conway, e quindi partono una serie infinite di citazioni daMad Max che vanno dal look dei cattivoni agli inseguimenti con mezzi, tutta la scena finale è praticamente copiata da Interceptor

Dimenticavo, la sequenza con i nostri fuggitivi inseguiti da un pullman di punk è presa (copia-incollata) da I guerrieri della notte di Walter Hill.

 

Craig Conway

Doomsday. Il giorno del giudizio (2008): Craig Conway

 

Mi fermo qui, il film l’ho visto due volte ma la prima più di tre anni fa per cui non lo ricordavo (in realtà lo avevo volontariamente rimosso), sono certo che a cercarle bene di citazioni ne troviamo molte altre ma non è questo il punto, è chiaro che Marshall voleva girare un film di questo tipo, così come è chiaro che di suo non ci ha messo nulla, se non una discreta messa in scena (un passo avanti rispetto a Centurion), ma il soggetto è la sceneggiatura firmati dallo stesso regista sono una cosa imbarazzante, personaggi tagliati con l’accetta, bidimensionali e pericolosamente ridicoli in alcune scene, dialoghi al limite della comicità involontaria.

In definitiva un grosso baraccone che oltre alle citazioni non propone nulla di interessante, un gioco, una cazzata dichiarata/sentita/urlata e girata con questo intento, un film che per quanto possa amare il genere non sono in grado di apprezzare.

Bocciatura totale.

Voto: 4.5

 

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