Regia di Luis Piedrahita, Rodrigo Sopeña vedi scheda film
Se ci approccia a questo film come lo si farebbe con un buon giallo, non si potrà decisamente restar delusi. Alcune forzature ci sono e stridono un po', pur di far incastrare tutti i pezzi del mosaico il regista è costretto a qualche piccolo salto mortale ed in parte la pellicola ne risente. Difficile spiegarsi infatti come possa il machiavellico "Fermat" inviare i suoi enigmi oppure come possano quattro presse agire su quattro pareti che si muovono in direzione convergente senza distruggersi da loro. Per i più smaliziati di enigmi matematici appare anche assurdo che affermati matematici non sappiano risolvere al volo indovinelli che sono tutti dei classici della letteratura ma tutto questo, infine, fa parte della finzione scenica, del gioco narrativo ed ha poco senso accanirsi su questi dettagli se lo scopo è quello di stimolare la mente. In tal senso il film risulta riuscitissimo, attinge a piene mani dalla letteratura filmica e letteraria creando un ibrido tra i dieci piccoli indiani di Agatha Christie ed il cubo di Vincenzo Natali. Chi ha letto il romanzo della scrittrice infatti non può non aver pensato, vedendo entrare Fermat, che egli stesso fosse un invitato alla riunione e che dunque il nodo della faccenda sarebbe stato ben più complesso da sciogliere rispetto alle premesse. La tensione è sempre buona, gli enigmi ed il countdown ad essi connesso non lasciano un attimo di respiro agli abitanti della casa come allo spettatore e nel frattempo si rivela il loro ruolo nella faccenda, emergono connessioni inquietanti nelle loro vite e si scopre poco alla volta il disegno della mente che ha creato il macabro gioco.
Gran bel film, avrebbe sicuramente meritato più fortuna.
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