Regia di Elem Klimov vedi scheda film
Commedia surreale nella quale la metafora è chiara: chiunque emerga, per capacità personali, dalla generale mediocrità, è perseguitato dalle autorità e ridotto in condizioni di non nuocere. Tanto che, anche una volta riabilitato, può non essere in grado di dare quanto aveva promesso. L’importante, però, è che vi sia chi può raccogliere il testimone del predecessore e continuare a lottare, con il proprio genio, contro l’ottusità della burocrazia a tutti i livelli. Klimov si lancia in un’agile e leggera metafora della paleolitica mentalità della gerontocrazia sovietica, mischia un po’ le carte riallacciandosi all’esperienza dei futuristi degli anni Venti e alla commedia di costume, non calca la mano contro funzionari civili e militari, ma il suo messaggio era fin troppo trasparente e non poteva piacere agli addetti al cinema del periodo della “normalizzazione”.
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