Regia di Jacques Tourneur vedi scheda film
Il cacciatore Dardo (Burt Lancaster) ha un conto aperto con il conte Ulrich di Hess (Frank Allenby), il "Falco", luogotenente di Federico Barbarossa distaccato in Lombardia a mantenere l'ordine tra le popolazioni delle vallate: l'ufficiale gli aveva, infatti, alcuni anni prima, già portato via la moglie, e ora, incrociatolo in paese, si vendica di un'offesa ricevuta portandogli via anche il figlioletto. Dardo, allora, a capo di un manipolo di ribelli, prima rapisce Anna (una splendida Virginia Mayo), la nipote del conte, e poi, insieme all'amico Piccolo (Nick Cravat), riesce a smuovere le coscienze dei contadini lombardi guidandone la rivolta contro gli oppressori. La leggenda dell'arciere di fuoco, fumettistica e variopinta incursione di Jacques Tourneur nei ritmi e colori del cappa e spada, scritta, con fantasiose licenze storiche, dal Waldo Salt che firmerà, tra gli altri, i copioni di Serpico, Il giorno della locusta e Tornando a casa, si rivela, però, un'operina meno ispirata e felice del previsto: lo spettacolo, infatti, è di modeste suggestioni e i brividi dell'avventura faticano a palpitare sullo schermo, stemperati nell'approccio giocoso della sceneggiatura alla vicenda narrata e nelle movenze buffonesche che caratterizzano la messinscena e la recitazione degli attori, senza, tra l'altro, possedere l'irresistibile leggerezza che accompagnerà, invece, gli stessi Burt Lancaster e il "muto" Nick Cravat quando si ritroveranno insieme, due anni dopo, nel tripudio di atletica e sfrenata vitalità di Il corsaro dell'isola verde di Robert Siodmak. Restano le atmosfere affascinanti di alcune sequenze, i siparietti romantici tra Lancaster e Virginia Mayo e lo smalto scintillante della fotografia di Ernest Haller (nomination all'Oscar, insieme alla colonna sonora di Max Steiner).
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