Regia di Jean Cocteau vedi scheda film
Cocteau è stato un artista poliedrico; drammaturgo, poeta, pittore, cineasta. In nessuno dei campi in cui si cimentò riusci a primeggiare ma in tutti ha lasciato una traccia. In questa sua personale rilettura della Bella e la bestia è riuscito a trovare un felice equilibrio tra racconto popolare e avanguardia, tra pittura fiamminga e surrrealismo. La bella e la bestia, naturalmente, è la sublimazione del racconto sentimentale, è l'amore folle al quale si sacrifica anche la vita, la forza che fa cadere tutte le barriere, compresa quella rappresentata della bruttezza estreriore, contrapposta a sentimenti meschini quali l'avidità, l'invidia. La recitazione, notevolissima, si adatta alla doppia natura del film, più realistica nella parte diurna ambientata in una villa di campagna, più teatrale e sonnambolica nelle sequenze del castello. Stessa flessibilità da parte del direttore della fotografia Henri Alekan che tra l'altro ha saputo sottolineare con grande efficacia il contrasto tra la bellezza luminosa di Josette Day e la maschera animalesca e tormentata della Bestia. Pochi efficaci effetti speciali (le sculture che si animano, le mani che escono dalle pareti) contribuiscono a creare un clima onirico di grande suggestione.
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