Regia di William Dieterle vedi scheda film
suddiviso in 6 o forse sette atti, ho perso un pò il conto, questo film del 28 osava ciò che fino agli sessanta era inosabile nel cinema. un uomo per difendere la sua, bella, donna da un gradasso che la insidia sul lavoro, gli da un pugno e accidentalmente questo cade e batte la nuca contro lo spigolo d'un gradino. muore. e si fa tre anni di carcere. da qui la storia di due persone che si volevano un bene dell'anima e che a causa della detenzione vedono il loro mondo e il loro distrutto. più per sfinimento che per disperazione, entrambi su abbandonano a relazioni sostitutive che non da loro niente se non vergogna per quello che hanno fatto. ma vergogna per se stessi nei confronti dell'altro. lei si abbandona tra le braccia di un ex carcerato che ha conosciuto il marito e ha giurato a lui di prendersi cura della moglie. lui accetta la tenerezza di un sentimento di un omosessuale incarcerato temporaneamente. ammirevole come viene filmato il loro sentimento all'interno dell'istituto di detenzione. ma senza mai trattarli come i famigerati sissy degli albori cinematografici. ed è più lei che soffre di ciò che ha fatto tormentandosi continuamente, mentre il marito in carcere vive questa "cosa" quasi serenamente. all'uscita di galera il regista ci mostra come dal primo al terzo anno i due si sono allontanati inesorabilmente. purtroppo li attende la morte. i due corpi si attaccano al gas per fare che almeno le loro anime rimangano insieme per sempre.
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