Regia di Alberto Bonucci, Luciano Lucignani, Sergio Sollima, Nino Manfredi vedi scheda film
Quattro episodi, o meglio cortometraggi, senza un vero filo conduttore, se non quello piuttosto generico del tradimento.
"Le donne" *** di Sergio Sollima da un racconto di Ercole Patti, vede un colto borghese (un ottimo Enrico Maria Salerno) indeciso tra l'attrazione per una giovane (Catherine Spaak) e un'affascinante squillo (una bellissima Claudia Mori). Fa leva soltanto sulla bravura degli interpreti, restando poco introspettivo.
"L'avaro" *** di Luciano Lucignani, tratto da Alberto Moravia, cupo e riflessivo, cede forza nell'eccessiva lentezza.
"Le avventure di un soldato" **** di Nino Manfredi, tratto da Italo Calvino, è l'episodio migliore. Nessun dialogo, risalta le grandi doti recitative di Manfredi, che sorprende anche come regista. Molto brava la sensuale co-protagonista Fulvia Franco.
"Il serpente" ** di Alberto Bonucci, tratto da Mario Soldati, è il più fiacco dei quattro. Non intrigante quanto vorrebbe, sfrutta male i colpi di scena a disposizione. Convince la protagonista Lilli Palmer, meno il consorte Bernhard Wicky. Piccola parte per Gastone Moschin.
Alla sceneggiatura dei primi tre episodi ha partecipato Ettore Scola.
Ben congegnata in ogni singola scena.
Ottimo protagonista, rende ancora più intrigante il suo personaggio.
Solito ruolo della verginella spregiudicata, che non riesce a scrollarsi di dosso.
E' grande, come al solito. Offre un protagonista triste e romantico.
Vince a mani basse sui colleghi. E non è da poco..
Dimostra di saperci fare, e molto bene. Il suo episodio potrebbe essere quasi il capostipite di un moderno cinema muto.
Cattura la curiosità dello spettatore, accentuando con efficacia la malizia delle situazioni.
Suo l'episodio più nero, come il colore che predomina nell'episodio (esaltato dall'ottima fotografia).
Un po' troppo convenzionale.
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