Regia di Mitchell Lichtenstein vedi scheda film
Le radiazioni nucleari producono mutazioni genetiche, la repressione sessuale anche. Dopo i primi sghignazzi diventa chiaro che Lichtenstein, innestando l’archetipo della donna castratrice nella vita di un’adolescente odierna, vuole fare sul serio e percorre la strada meno probabile. Le conseguenze del caso sono esattamente quelle che ci si aspetta, e il risultato è inferiore alla somma dei fattori. Ci sono due sequenze buone (quella nella grotta e dal ginecologo) e un climax anni '70 azzeccato, ma l’umore generale è sbilanciato: si chiude sul dunque perché non c’è davvero altro da aggiungere.
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