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Denti

Regia di Mitchell Lichtenstein vedi scheda film

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La recensione su Denti

di scapigliato
10 stelle

Sarà difficile sdoganare questo film che io voglio assolutamente rinominare “Teeth - Questa Figa Morde”, e che è un horror a pieno titolo, con buona pace di sofisti o puristi del genere. Il taglio indipedente che il regista ha voluto dargli lo inquadra necessariamente all’interno di una visione realista e critica del mondo e della società, ma l’inserimento di elementi horror, grotteschi e fantastici lo porta irrimediabilmente all’utilizzo di uno sguardo “altro”, che solo il genere nero può dare. Mitchell Lichtenstein firma così il fratello minore di “Donnie Darko”, anch’esso di matrice indie, e attacca la morale borghese e il fondamentalismo cristiano con le stesse armi del capolavoro di Richard Kelly.
La protagonista, Jess Weixler, che ha lo sguardo magnetico della migliore Sharon Stone, è una ragazza che porta dentro di sé un terribile segreto: la sua vagina ha i denti. Inutile qui sintetizzare la trama, che non è affatto scontata né banale né telefonata, anzi, l’attenzione non s’abbassa mai. É fluido il racconto, e passa dal canone brillante della commedia (rasentata pochissime volte) a quello grave del dramma (la via più battuta dal regista) con una semplicità sconcertante. Molti gli aspetti da valutare. Nel film infatti c’è tutto. Difficile vederlo e non volergli bene. Jess Weixler, la ragazza “dentata”, porta avanti da sempre una campagna a favore dell’integrità e della purezza sessuale. Tiene incontri con cerebrolesi, fanatici religiosi, fondamentalisti cristiani che inneggiano i passi biblici, portano magliette che mostrano la loro promessa di “non fornificare”, che applaudono, si commuovono, si stringono ad ogni parola puritana della giovane Dawn e che sui libri di scuola nascondono con un adesivo il disegno anatomico della vagina. É in questo mondo di pre-castrati che ha origine la turba sessuale. Va notato infatti che i denti aguzzi della vagina addentano le loro vittime, begli uccelloni adolescenti, quando la situazione corrisponde ad una situazione di pericolo: il pericolo di essere violata, come se la penetrazione fosse un crimine contro Dio. Infatti, nel momento di massima disinibizione di Dawn, il rapporto sessuale procede senza sgagnate, senza mutilazioni, perchè sono caduti i tabù, è caduta l’inibizione culturale. La dentatura della vagina di Dawn è solo una sua forma di difesa: è il Male del fondamentalismo religioso che si concretizza in noi. La mutazione del corpo, tema cardine dell’horror moderno, è qui la mutazione difensiva di un corpo vittima. Vittima dei rapporti di forza, vittima dei lavaggi moralisti del cervello, vittima di “Dio, Patria e Famiglia”. Dawn è innocente. É vittima di una società che vede il Male là dove non esiste, che condanna il piacere sessuale, la masturbazione e che vieta i film ai minori. A costellare l’ultima fase adolescenziale di Dawn ci sono i suoi amichetti. Primo tra tutti il notevole Hale Appleman, anch’egli servo e soldato di Dio in apparenza, ma appena resta solo e nudo con la sua amata Dawn in una grotta umida e bagnata che ricorda l’alcova vaginale, si lascia andare in un tentativo di stupro bloccato dai denti famelici della giovane vergine. Lo stesso succederà al nerd che scommette con gli amici di portarsela a letto, e che in un primo tempo aveva superato la frontiera dentata senza dolori grazie alla rimozione libida di Dawn. Ma anche il ginecologo sarà, ahilui, vittima di quella dentatura maledetta. Fino a quando, compreso a fondo il suo “dono”, che non è la verginità quanto il potere di castrazione, Dawn usa la sua vagina per vendicarsi del fratellastro, e ipotiziamo la userà in futuro per difendersi e vendicarsi di ogni allupato avventore, come il già antologico vecchietto linguato del finale aperto.
Formalisticamente il film è una delizia per lo sguardo. Non solo un fan agguerrito del genere nero potrà divertirsi, ma anche lo spettatore occasionale, a patto che abbia una notevale apertura mentale e non sia altrettanto fanatico quanto la società descritta nel film. “Teeth - Questa Figa Morde” ha il ritmo di un horror che lascia alla fine l’esplosione finale alla “Carrie - Lo Sguardo di Satana”, ma viaggia sulle traccie di Michael Myers e soci perchè anche Dawn è l’anima nera dell’America castratrice. Dawn è il censore. Dawn è il rigore, la disciplina. Dawn è Dio. É la patria. É la famiglia. A difesa di tutto ciò, una serie di denti da squalo che vigilano sulla purezza. Tutta la prima parte del film è bellissima. Un’immersione nella provincia americana più moralista e fanatica che mai, con un linguaggio cinematografico di compostezza riuscita, che sa lasciare spazio agli affondi neri, drammatici, tragici e orrorifici delle scene più importanti. La sequenza regina dell’intero film è quella della grotta. L’incipit nello spogliatoio già butta sul tavolo tutto l’immaginario erotico necessario perchè due adolescenti superino in un secondo tempo i freni della morale e possano così godere dei propri corpi. In seguito tutta la sequenza è costruita sulla tensione dei rapporti, per cui la dicotomia maschio/femmina diventa sottilmente un’opposizione, un confronto, com’è giusto e naturale che sia, per poi finire in una guerra con un finale tragico, cosa che naturale non è più. L’ambiente, con lago, vegetazione fitta, rocce bombate e piccole cascatelle d’acqua gelida, è la cornice ideale per introdurre l’orrore. Il film segue poi il suo linguaggio e non ammicca mai allo spettatore se non per scherzarci. É un film serio che attraverso l’horror denuncia una società ed un sistema che non vanno nella direzione della Verità, ma solo della Menzogna. Da cui poi nascono turbe sessuali, castrazioni e inibizioni capaci di stimolare il lato violento di ogni essere umano. Infatti il film non solo accusa il fondamentalismo cristiano di essere l’origine delle distorsioni dei giovani americani, perchè dall’altro lato attacca anche il machismo generato da una società fallica e fascistoide. Quindi sul banco degli imputati non ci sale tanto la vagina dentata, quanto il pene fascistoide. In un processo “penale” che così vorrebbe l’organo genitale femminile e quello machile finalmente svincolati da ogni strumentalizzazione religiosa e moralistica. Dopotutto i conflitti narrati nel film sono tra Dawn e i maschi che le ronzano attorno, senza più distinguerli per quello che sono (soldati di Dio, nerd o fratellastri paramilitari), ma per il rapporto violento e di superiorità che hanno nei confronti della ragazza. I rapporti di forza, sessuali come religiosi, economici e statali, sono il grembo materno degli orrori moderni, e se una giovane ragazza sfodera una dentatura assassina nella sua vagina innocente, non è perchè Dio l’ha voluto, bensì perchè qualche fanatico che si permette di parlare per conto di Dio ha divulgato un verbo errato, maligno e riprovevole. Il giovane Toby e tutte le altre vittime della vagina dentata sono innocenti. Dawn stessa è innocente. Colpevole è la religione.
Un film imperdibile, per palati forti e gente matura che non si mette a ridere davanti ad un pisello mozzato (personalmente non ci vedo nulla di ridicolo). É un film sovversivo, come horror comanda. E se avevo detto che “Donnie Darko” era “La Rabbia Giovane” della mia generazione, “Teeth - Questa Figa Morde” è il suo viscerale e sanguigno corollario.

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