Regia di Fernando Eimbcke vedi scheda film
Un’auto contro un palo. Una donna chiusa in bagno incapace di affrontare il dolore. Un ragazzo, il sedicenne Juan, che vaga alla ricerca di un pezzo di ricambio. ... Sul Lago Tahoe parte come un road movie e poi si avvicina al cinema neorealista dove un unico spunto narrativo riesce a sorreggere tutto il film. Il cineasta messicano, al suo secondo lungometraggio dopo Temporada de patos del 2004, cattura frammenti di realtà attraverso piani fissi che danno il senso di una perpetua immobilità e che sfociano poi nel surreale e nel fantastico con sorprendente naturalezza. Ecco allora che appaiono davanti a Juan personaggi bizzarri come un meccanico paranoico e il suo cane Sica dai comportamenti quasi umani e un altro più giovane ossessionato dalle arti marziali o la ragazza punk che sa molto poco di auto e motori. Certo, non tutto fila liscio. A volte Eimbcke tira troppo la corda soprattutto nel dare forma all’attesa e al silenzio. Al tempo stesso però realizza un’originale e straniante pellicola sull’elaborazione del lutto in cui il protagonista è precipitato in una sorta di mondo incantato, quasi una specie di Mago di Oz rovesciato dal quale, (in)consapevolmente, non vorrebbe più uscire.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta