Nel tentativo di scappare da una casa (la sua) dove regna incontrastata la tristezza, il sedicenne Juan va a sbattere con la macchina di famiglia contro un palo del telegrafo proprio alla periferia della sua città. Dopo aver perlustrato le strade alla ricerca di qualcuno che lo aiuti, Juan incontra Don Heber, un anziano meccanico paranoico che vive con il suo cane, che lo trascina attraverso tutto il quartiere per trovare il pezzo di ricambio.
Note
...Sul lago Tahoe parte come un road movie e poi si avvicina al cinema neorealista, dove un unico spunto narrativo riesce a sorreggere tutto il film. Certo, non tutto fila liscio. A volte Eimbcke tira troppo la corda soprattutto nel dare forma all’attesa e al silenzio. Al tempo stesso però realizza un’originale e straniante pellicola sull’elaborazione del lutto.
"Sul lago Tahoe" è un film che sviluppa in un modo molto particolare il tema dell'elaborazione del lutto. La regia di Fernando Eimbcke bada all'essenziale, limitandosi a seguire la fuga disordinata di Juan che gira sempre intorno agli stessi posti e alle stesse persone. Agisce di sottrazione, lasciando alle lacrime il modo di rimanere all'ombra.
Lavoro davvero pregevole. Delicato, intimista e mai patetico: la grammatica del dolore snocciolata nei vagabondaggi nonsense di un adolescente appena rimasto orfano, il tutto sorretto da un umorismo tenero e particolarissimo.
VOTO : 6++.
“Sul lago Tahoe” è un film messicano molto particolare che su un tessuto narrativo assolutamente scarno, o forse meglio dire essenziale, costruisce idee sceniche interessanti lontane dal cinema (ma anche dalla nostra vita, vedi le aree scarsamente abitate dove si sviluppa la storia) di questi anni. Juan, ragazzo sedicenne con problemi in famiglia, rimane a piedi con la… leggi tutto
Un’auto contro un palo. Una donna chiusa in bagno incapace di affrontare il dolore. Un ragazzo, il sedicenne Juan, che vaga alla ricerca di un pezzo di ricambio. ... Sul Lago Tahoe parte come un road movie e poi si avvicina al cinema neorealista dove un unico spunto narrativo riesce a sorreggere tutto il film. Il cineasta messicano, al suo secondo lungometraggio dopo Temporada de patos del… leggi tutto
Ritmi veramente lenti per questa pellicola di Eimbcke. Uso infinito di camera fissa, inquadrature frontali (praticamente quasi sempre) dalle quali il nostro protagonista Juan entra ed esce in continuazione, da sinistra a destra o viceversa. Pochissimi scenari, a più riprese ripetuti. Buio, silenzio, a dilatar ancor di più (se possibile) i ritmi e la lentezza ricercata dal regista.…
VOTO : 6++.
“Sul lago Tahoe” è un film messicano molto particolare che su un tessuto narrativo assolutamente scarno, o forse meglio dire essenziale, costruisce idee sceniche interessanti lontane dal cinema (ma anche dalla nostra vita, vedi le aree scarsamente abitate dove si sviluppa la storia) di questi anni. Juan, ragazzo sedicenne con problemi in famiglia, rimane a piedi con la…
Il film del regista e sceneggiatore messicano, Fernando Eimbcke, è un’ulteriore riprova della freschezza del cinema latino e sud americano, quella che si ritrovava in certi film italiani del Neorealismo, ricco di grandi invenzioni sceniche e drammatiche.. Delicato, venato di malinconia e ironia, volutamente didascalico nel susseguirsi della presentazione dei suoi bizzarri…
Un’auto contro un palo. Una donna chiusa in bagno incapace di affrontare il dolore. Un ragazzo, il sedicenne Juan, che vaga alla ricerca di un pezzo di ricambio. ... Sul Lago Tahoe parte come un road movie e poi si avvicina al cinema neorealista dove un unico spunto narrativo riesce a sorreggere tutto il film. Il cineasta messicano, al suo secondo lungometraggio dopo Temporada de patos del…
Esce Gran Torino, il film di Clint Eastwood, e ancora una volta riappare sullo schermo la vettura che fu (anche) di Starsky & Hutch. E mentre altrove sulla rete si divertono a elencare tutte le auto apparse nella…
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Commenti (3) vedi tutti
"Sul lago Tahoe" è un film che sviluppa in un modo molto particolare il tema dell'elaborazione del lutto. La regia di Fernando Eimbcke bada all'essenziale, limitandosi a seguire la fuga disordinata di Juan che gira sempre intorno agli stessi posti e alle stesse persone. Agisce di sottrazione, lasciando alle lacrime il modo di rimanere all'ombra.
commento di Peppe ComuneUn film da capire, e a me non è riuscito benissimo!
commento di slim spaccabeccoLavoro davvero pregevole. Delicato, intimista e mai patetico: la grammatica del dolore snocciolata nei vagabondaggi nonsense di un adolescente appena rimasto orfano, il tutto sorretto da un umorismo tenero e particolarissimo.
commento di satura