Regia di Thomas McCarthy vedi scheda film
Dare a avere. Ognuno ha qualcosa da regalare al prossimo, a seconda del suo essere.
Questo piccolo film racconta una storia sottovoce, quella del suo protagonista che, da un viaggio controvoglia (ma la solitudine degli affetti gli toglie qualunque velleità e si capisce fin da subito il suo stato d’animo) incontra, o meglio dire si scontra, con una coppia di immigrati clandestini che trova nel suo appartamento newyorkese.
Nasce un intenso rapporto, lui si mostra gentile ed in cambio riceve affetto ed una sincera amicizia ed in seguito anche uno squarcio di amore, ma purtroppo il fato ci si mette di mezzo nel bene e nel male, cambiando in ogni caso la sua vita.
Un film di affetti, per un cinema fatto di sensazioni, che riesce ad affrontare con tatto il tema dell’immigrazione (dei centri di espulsione e della considerazione pari a zero verso gli esseri umani senza un regolare permesso di soggiorno), mostrando caratteri umani e le ingiustizie che spesso la vita regala, ma anche le piccole gioie che può riservare quando meno te lo aspetti.
Strepitoso Richard Jenkins, nominato agli Oscar per questa interpretazione, che da ogni sguardo e comportamento trasmette qualcosa, anche nell’immobilismo espressivo proprio del personaggio e del suo stato d’animo.
Un film fatto di sentimenti, sempre sussurrati, del vuoto interiore e della felicità di avere un obiettivo
Anomalo, soprattutto perché proveniente dagli Stati Uniti che sono un po’ il simbolo di una società che non trova più il tempo di fermarsi ed aiutare, sincero e genuino.
Una piccola, gradita sorpresa.
Da recuperare.
Parla di noi, senza alzare la voce, in modo intimo.
Rivelazione.
Letteralmente straordinario per come tratteggia un uomo speciale nel dolore e nella felicità.
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