Regia di Thomas McCarthy vedi scheda film
Un film che tocca il tema dell’immigrazione con la soave leggerezza di uno zefiro, riportando la questione del rapporto tra etnie alla dimensione, semplice e umana, dell’incontro tra singole persone. La stessa idea di “cultura” si spoglia della sua altisonante veste sociopolitica, e smette di essere un criterio di classificazione, riconducibile ad un’usanza, una mentalità o una fede religiosa, per proporsi, più modestamente, come una vaga impronta della terra natìa, fatta dei gusti e delle passioni che ogni migrante porta con sé da casa. “L’ospite inatteso” controbatte le tesi xenofobe non con l’argomento, retorico ed utilitaristico, della necessità congiunturale dei flussi migratori, bensì opponendovi la convinzione - splendidamente declinata in forma narrativa – che l’unica alternativa alla commistione è una dolorosa e sterile solitudine.
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