Regia di Thomas McCarthy vedi scheda film
Uno dei film più belli che abbia mai visto nella mia ormai lunghissima e assidua frequentazione di sale cinematografiche. Alla fine della proiezione mi è capitato di rivivere uno strano fenomeno emotivo che già avevo riscontrato dopo la visione di "Cous cous"...Sfidando il rischio di essere preso per matto proverò a descriverlo. Cioè, alla fine, la vicenda mi aveva talmente preso che mi piaceva immaginare che, eliminando dalla mente il concetto che quelli che avevo visto sullo schermo erano degli attori, quei personaggi esistessero veramente. E così, dopo la visione di "Cous cous", sarei quasi partito per andare a cercare quel barcone-ristorante per poi entrarvi ed abbracciare tutti quei personaggi che lo animavano. Allo stesso modo, stavolta, quando si sono accese le luci in sala, ho percepito il bisogno di "entrare" dentro a quella storia per poter abbracciare fortissimo Walter, Tarek, Zainab e Mouna. Sì, perchè chi ha "costruito" questa vicenda ha dato vita a personaggi meravigliosi, "scritti" benissimo, rappresentati da attori che definire "in parte" è davvero troppo poco. Quando un film riesce ad emozionare come questo, allora vuol dire che si è realizzata una Magìa. E quando il Cinema è capace di produrre questo effetto, io che il Cinema lo amo, ne sono immensamente felice. Dicevo prima che i personaggi del film si fanno volere bene. A proposito di questo, io sostengo sempre che quando uno sceneggiatore AMA i personaggi cui dà vita, la cosa si vede, e alla grande. Evidentemente chi ha scritto questo film (lo stesso regista Tom McCarthy) è persona, oltre le doti tecniche, talmente sensibile da AMARE i personaggi che ha creato e cui ha dato un'anima. Walter è un professore universitario che, dopo la morte dell'amata moglie, conduce una vita routinaria ma soprattutto arida e vuota di senso. Finchè il caso fa sì che la sua esistenza si incroci con quella di una coppia di immigrati clandestini (lui siriano e lei senegalese) che, a causa di un equivoco, si sono piazzati in un appartamerto di proprietà dello stesso Walter. Il quale, dopo una prima reazione fra lo stupito e lo spaventato, coglie nell'aria un elemento indefinito che può finalmente aggiungere qualcosa alla sua vita grigia. Egli raccoglie uno stimolo e, dato che comunque di base è persona buona e gentile, accoglie nella propria vita quei due ragazzi perchè avverte che può dare loro qualcosa di sè e nel contempo percepisce che da loro può ricevere nuovi stimoli e nuove ragioni che attribuiscano un senso alla monotona vita di ogni giorno. E' difficile spiegare con le parole l'alchimìa che si viene a creare fra Walter e Tarek, ma è qualcosa di meraviglioso, perchè dimostra che fra due persone non aggressive, non egoiste, ma di indole gentile e generosa, che si stabilisca un contatto è la cosa più naturale del mondo, non c'è razza, colore o mentalità che tengano: l'importante è solo metter subito da parte il sospetto e l'aggressività, e questo Walter e Tarek lo fanno senza pensarci troppo su, anzi con estrema naturalezza. Certo, la fidanzata di Tarek impiega più tempo ad aprirsi, all'inizio è molto più circospetta del suo uomo, questo è dovuto solo ad una personalità più timida e riservata, ma siccome anche lei è persona gentile, alla fine comprende che la fiducia in Walter è ben riposta. Se qualcuno adesso mi tira fuori la parola "buonista" a proposito di questo film, può anche essere che io m'incazzi, e peraltro già m'è capitato vedendo in tv Anselma Dall'Olio affermare che questo film è troppo "politicamente corretto"...Contrapporre la gentilezza d'animo e un approccio sereno ad un atteggiamento aggressivo e sospettoso a me pare sia cosa in sè encomiabile, anzi, dovrebbe rappresentare il modello al quale tutti dovremmo mirare: e allora perchè certe reazioni che evidenziano sufficienza e scetticismo? ..e perchè non dovremmo mai toglierci la "corazza" di dosso? E poi devo assolutamente commentare lo "stile" del film, perchè è importante. Questa pellicola compie una specie di miracolo, evitando sapientemente una deriva minimale. Mi spiego. Io, accostandomi alla visione, temevo soprattutto una cosa, che in effetti, dalle primissime immagini si ha ragione di temere. Mi riferisco al pericolo, sempre in agguato, di realizzare un'opera sì carina ed amabile, ma ritagliata sul solito modello indie-minimal-intimista: capite cosa voglio dire? Insomma uno di quei film stile "Sundance" dove i componenti di una famiglia si parlano addosso per ore, raccontandosi i propri sentimenti ma dando anche un'impressione finale di...poca sostanza. Nel nostro caso, le prime inquadrature ci mostrano Walter che riceve a casa un'anziana insegnante di pianoforte e i modi e lo stile (dimessi) possono far presagire il pericolo cui accennavo, ma dopo pochissimi minuti, e cioè quando Walter scopre i due "intrusi" che gli hanno "occupato" la casa si capisce subito che qui siamo di fronte ad un film che ci sorprenderà e non sarà la solita vetrina di nevrotici che fanno analisi davanti alla macchina da presa. Non finirò mai di elogiare chi ha scritto questo film, perchè quei personaggi sono VERI, ti sembra di sentirli respirare, tossire, piangere, ridere. E le loro emozioni, a quel punto, sono anche le tue. Non dev'essere stato facilissimo raccontare questa vicenda senza cadere nell'ovvio del sentimentalismo e del patetico. Rischio molto presente soprattutto nella fase finale quando la madre di Tarek, avvilita, si rifugia nella protettività affettuosa di Walter: nessun siparietto romantico fra i due, ma solo infinita, immensa, umanissima TENEREZZA. Vorrei precisare che mi pare non del tutto onesto attribuire, come molti stanno facendo, tutto il merito della riuscita del film all'interpretazione (peraltro magistrale) di Richard Jenkins. Non dimentichiamo che Jenkins è un veterano, attore navigatissimo e di cui conoscevamo la versatilità: con ciò non intendo affatto dire che questo ruolo sia stato per lui una "passeggiata", però diciamo che ha fatto ricorso ad un bagaglio di esperienza consolidato. Io riserverei maggiori attenzioni ai tre attori/attrici che lo circondano. Tarek è spontaneo, molto comunicativo, simpatico. La madre Mouna rende in modo toccante il suo dolore trattenuto e soprattutto la sua immensa dignità. E infine la splendida fidanzata Zainab, personaggio forse un pò sacrificato, che unisce alla sua ombrosa riservatezza quell'aspetto fiero che contraddistingue molte donne nere. Sono presenti nel film molti momenti indimenticabili, tipo Walter che, solitario nella sua cameretta, ascolta il disco di Fela Kuti (che fra l'altro è uno dei miei miti musicali da sempre!) mentre si allena col tamburo. E ancora la sequenza conclusiva con Walter nella metropolitana che, sistemato il tamburo, si mette a suonare con crescente vigore: un'immagine, questa, che si è scolpita per sempre nella memoria del mio immaginario cinematografico. Ma c'è una ulteriore sequenza memorabile e che rappresenta un pò il senso di tutto. Ed è quando Walter va fuori di testa ed inveisce contro un poliziotto che vorrebbe scacciarlo da un ufficio: chi lo avrebbe mai detto che quel professore così "classe medio-alta", con la sua musica classica e il suo buon vino, così spento nel suo standard così borghese, avrebbe trovato un giorno tanto slancio emotivo, tanto impulso, tanto sincero furore? Correte a vedere questo film.
Voto: 10
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