Regia di Sergio Martino vedi scheda film
Giallo poliziesco, con al centro alcuni temi che nell'Italia di metà anni Settanta erano abbastanza discussi, come la diffusione della droga, i sequestri di persona e il riciclaggio del denario "sporco". Nonostante qualche momento di violenza che, insieme alla colonna sonora (composta da Luciano Michelini, ma con notevoli somiglianze con le musiche dei Goblin), sembra rimandare alle opere di Dario Argento, il tono, almeno a tratti, è semiparodistico: la presenza di un paio di spalle buffe, come il poliziotto Teti (Gianfranco Barra) e il ladruncolo Giannino (Adolfo Caruso), gli inseguimenti automobilistici con cascatoni dei passanti di turno, il tormentone degli occhiali rotti del commissario Germi (Claudio Cassinelli), la sua voce, che sembra quella del giovane Pozzetto. L'insieme è abbastanza professionale e sebbene si noti qualche inverosimiglianza (il commissario Germi si ispira un po' al Serpico di Al Pacino, un po' al Callaghan di Eastwood), il film funziona e non annoia. E mostra ancora una volta che Cassinelli avrebbe meritato una carriera migliore (e ovviamente più lunga) di quella che ha effettivamente avuto.
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