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La legge del più forte

Regia di George Marshall vedi scheda film

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La recensione su La legge del più forte

di YellowBastard
6 stelle

Il regista George Marshall ha sempre avuto la predilezione per due generi in particolare: la commedia e il western.

Era solo questione di tempo prima che riuscisse a coniugare queste sue due predilezioni in un unico film arrivando a realizzare quasi una parodia di un genere che, storicamente, si è sempre preso maledettamente sul serie, specie in quegli anni.

 

Seppur prevalentemente una commedia, La legge del più forte (in originale The Sheepman ovvero il pecoraio che sottolinea maggiormente lo spirito volutamente sarcastico della pellicola) è comunque un western decostruzionista, probabilmente il primo del suo genere, che tenta di riscriverne gli stilemi in una chiave più ironica prendendo di mira i suoi classici personaggi e le situazioni tipiche del western mettendole però alla berlina (le cause mitologiche delle faide nel vecchio west diventano uno scontro tra i classici allevatori di bovini del luogo con un nuovo arrivato, allevatore di... pecore), il tutto ravvivato da un sano umorismo che però mai degenera in farsa.  

 

Glenn Ford, Edgar Buchanan

La legge del più forte (1958): Glenn Ford, Edgar Buchanan

 

Un western dai toni leggeri e misurati e che non lesina anche nel suo lato più sentimentale grazie anche alla buona alchimia tra i suoi protagonisti.

E se da una parte il film vede l’inizio della scintillante carriera di una giovanissima Shirley MacLaine, che già mette in mostra le sue doti di commediante nata, anche il carismatico Glenn Ford si muove con la giusta dose d’ironia, stando al gioco e presentando un pistolero spavaldo ma anche sarcastico e insolitamente ironico.

Accanto a loro Leslie Nilsen, in quegli anni all’inizio della carriera e costretto a parti quasi sempre da viscido cattivo ma che in tarda età diventerà una stella di prima grandezza proprio grazie alla commedia e a ruoli sempre più demenziali.

 

VOTO: 6

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