Regia di Philip G. Atwell vedi scheda film
Insieme al Chambara-eiga (film di samurai, il cui nome deriva dall’onomatopea del rumore delle lame che cozzano), tra gli anni 60 e 70 si diffuse la vasta produzione del Yakuza-eiga. Vicende di mafiosi tatuati, idealizzati nel loro codice d’onore ispirato a quello dei samurai. Un mondo di rituali ancestrali inseriti in un Giappone destinato al cambiamento. Solo una premessa, visto che questo Rogue il solitario degli archetipi se ne infischia beatamente. In sintesi, l’agente dell’FBI Jack Crawford si muove - tra una giustizia connivente e una Yakuza che scade a tratti nel ridicolo - alla ricerca di una vendetta personale. Plot tecnicamente interessante, occasione mancata per la coppia di attori Jet Li e Jason Statham. Antieroi solitari e ribelli come vuole la tradizione, ma annoiati e fuori posto sullo schermo. Alla fine, nonostante alcuni colpi di teatro è il solito film d’azione in cui l’azione è pochissima. E anche lo spettacolo si riduce a un paio di brevi sequenze. Lontani i tempi di Yakuza del compianto Sydney Pollack, esempio del gusto occidentale di riprodurre un Oriente coerente con la mitologia dello Yakuza-eiga. Il cinema della celebrazione romantica della malavita.
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