Regia di Errol Morris vedi scheda film
Qualche anno fa si parlò abbastanza diffusamente di violazioni di diritti umani operate dai soldati americani nei confronti di prigionieri iracheni nella prigione di Abu Ghraib a Baghdad.Vedendo quelle fotografie ricordo che pensai che nessun essere umano,anche il peggiore,dovesse essere sottoposto a vessazioni e umiliazioni di quel tipo.All'epoca passò il messaggio(che partiva dall'alto visto il nostro coinvolgimento nell'occupazione dell'Iraq) che erano stati pochi esaltati ad aver commesso quelle barbarie,riducendo il tutto quasi a una goliardata.Oggi a distanza di qualche anno sono riuscito a vedere questo documentario di Errol Morris realizzato a partire da quelle istantanee,passato quasi sotto silenzio,sepolto nelle ore meno accessibili della programmazione SKY. E ,ancora una volta,sono rimasto quasi sconvolto da quello che ho visto ma soprattutto sentito.Il film di Morris oltre a immagini di repertorio,le famigerate fotografie e frammenti di girato nella prigione si compone anche di ricostruzioni fatte in studio quasi ad annullare la distanza tra il genere del documentario e il cinema vero e proprio.Il linguaggio cinematografico è raffinato e del resto da un documentarista pluripremiato come Morris è lecito aspettarsi solo lavori importanti.A parte l'estetica molto accattivante quello che conta è che i soldati intervistati(tutti in primo piano con lo stesso sfondo quasi a garantire neutralità o almeno parità di condizioni ambientali)raccontano la loro verità per la prima volta di fronte a una telecamera.Del resto hanno visto tutti morire la loro carriera militare e qualcuno di loro ha visto anche la prigione.E loro parlano di un ambiente terribilmente nervoso,competitivo,parlano di ordini che partono dall'alto per interrogare i prigionieri con metodiche vietate e dei loro giochi sadici(molti a sfondo sessuale) fatti per umiliare i prigionieri e renderli più malleabili durante gli interrogatori.La prigione assume l'aspetto di un lager in cui è sospeso ogni elementare diritto umano.I soldati diventano solo l'ultimo strumento di una strategia di terrore fatta di soprusi,di scherzi crudeli e di interrogatori conditi da torture ricostruite con l'ausilio di effetti speciali.E'bene ricordare anche che mentre i pochi condannati sono stati giudicati in base alle loro presunte goliardate(tipo fare una piramide umana con prigionieri nudi,far masturbare i prigionieri,far mangiare loro cibi vietati dalla loro religione,umiliarli facendoli mettere in posa davanti alla macchina fotografica nel modo più grottesco possibile) e agli abusi sessuali,tutte le torture perpetrate ai danni di questi presunti terroristi(ripeto presunti) sono state giudicate come facenti parti del protocollo SOP(Standard Operating Procedure=Procedura Operativa Standard).Mentre questi fatti successi ad Abu Ghraib documentati da fotografie sconvolgenti sono stati derubricati come fatti isolati da parte di alcune mele marce,i diretti interessati intervistati da Morris parlano di procedure imposte dai superiori in grado.Insomma loro hanno eseguito solo ordini.Si sono messi in posa sorridendo solo per non essere esclusi dagli altri,la maggioranza,che trattava questi prigionieri peggio di mandrie di bestiame.E sconvolge anche che le donne implicate dicano che lo hanno fatto per dimostrare agli uomini che non erano inferiori a loro.Quelle fotografie erano sconvolgenti.Aver visto questo documentario mi ha sconvolto ancora di più.Niente male per esportatori a stelle e strisce di democrazia.L'importante è non farlo sapere troppo in giro.
lavoro magnifico
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