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Onibaba. Le assassine

Regia di Kaneto Shindo vedi scheda film

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La recensione su Onibaba. Le assassine

di steno79
8 stelle

Il cinema giapponese riserva sempre delle sorprese, basta saperle cercare. "Onibaba" è un horror anni 60 che riflette sull'assurdità della guerra, sulle conseguenze devastanti dei conflitti che provocano morte e distruzione ma abbrutiscono anche gli esseri umani nel profondo. Tutto ciò è detto in termini allegorici, con un racconto che risale alle leggende e ai miti per offrirci un quadro desolato ma in cui vibra la coscienza umanista e progressista dell'autore. Con soli tre personaggi, e un'ambientazione in una palude piena di canne selvagge che non passa certamente inosservata, il film ricorre alla deformazione espressionista e ad una fotografia in bianco e nero in cui i tagli di luce hanno sempre una notevole evidenza, accompagnati da una musica jazz ugualmente "selvaggia" e barocca. È uno stile che prende molto dal teatro Kabuki, ma anche da fonti più occidentali, e che trova una sua coerenza e un suo fascino innegabile nella rappresentazione propriamente visiva, con quadri in movimento dove nulla sembra lasciato al caso, mentre non manca una certa enfasi in alcune modalità espressive, con gli stessi attori spinti a una recitazione molto caricata che in qualche momento sfiora il manierismo. Restano impresse soprattutto le due donne, Nobuko Otowa e Jitsuko Yoshimura, di cui la prima era la moglie del regista Kaneto Shindo, che sfoggia un trucco elaborato e una mimica che ricorda la recitazione degli attori dell'epoca del muto. La seconda parte è quella più propriamente horror e riesce ad essere realmente inquietante, soprattutto per l'epoca in cui fu girato, avvicinandosi per certi versi ai film di Mario Bava realizzati negli stessi anni. Non arriverei alle cinque stelle che ho visto su molte altre recensioni di Film tv, ma "Onibaba" resta un dramma sulla degradazione e la lotta per la sopravvivenza girato con una sensibilità e un'estetica molto moderne.

Voto 8/10

scena

Onibaba. Le assassine (1964): scena

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