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Onibaba. Le assassine

Regia di Kaneto Shindo vedi scheda film

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La recensione su Onibaba. Le assassine

di alan smithee
10 stelle

In un Medioevo cupo ed imprecisato, in un Giappone rurale devastato da guerre e straziato da una carestia che miete vittime ancor piu' dei conflitti bellici, due donne, una madre non piu' giovane e sua nuora, in attesa che il figlio e marito torni dalla guerra, sopravvivono in una capanna immersa in un canneto, organizzando imboscate ai danni dei soldati feriti o dei disertori, che uccidono, spogliano dei loro averi, disfandosi del loro corpo in una tetra cavita' del sottosuolo, un pozzo che come una voragine immagazzina ed accatasta tutte le loro malefatte.

Il figlio non torna, ma si fa vivo un amico e vicino di casa di quest'ultimo, un disertore che comunica alle due che il loro parente e' deceduto, e non nasconde l'ardente desiderio di accoppiarsi con la donna piu' giovane, ormai vedova.

scena

Onibaba. Le assassine (1964): scena

Questo triangolo innesta reazioni a catena che minano il gia' fragile equilibrio tra le due donne e rende ancor piu' complessa la convivenza in quella desolata e tetra palude.

Fotografato splendidamente in un bianco e nero truce e violento, il film e' un'opera d'arte inquietante ed eccezionale, coraggiosa nel mostrare senza pudori nudita', debolezze, fragilita' ed orrori di una umanita' alla deriva fisica e morale.

Un film morboso e tetro, che raggela, inquieta e fa persino paura, quando in particolare la telecamera si aggira tra le foglie irte e scure del canneto, che mosse dal vento formano come un mare in tempesta minaccioso e avvolgente, che nasconde poco piu' in la' quel baratro nero che inghiotte le vittime di una disperazione senza redenzione.

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