Regia di Raúl Ruiz vedi scheda film
Un film incentrato sugli eccessi e sulle ossessioni del pittore Gustav Klimt nella Vienna del 1918. La sceneggiatura ha i tratti sottili ed essenziali dei suoi dipinti, e, come nelle sue tele più famose, i personaggi sono come sospesi nel vuoto. Ciò va a discapito dello sfondo storico e culturale della vicenda, che è solo accennato dalla fugace ed onirica apparizione di uno strillone, travestito da soldato, recante le ultime notizie dal fronte, e da alcune frasi relative ai capisaldi dell'estetica (il bello e l'utile) scambiate in un caffè. Manca, quasi del tutto, la rappresentazione del decorativismo, che è forse il carattere più marcato della pittura del protagonista, e, nel complesso, l'aspetto meramente artistico non appare ben delineato. Un'opera più psicanalitica che biografica, a volte un po' astrusa, ma, tutto sommato, godibile; poco informativa, ma discretamente suggestiva. Lo spirito del primo Novecento, in qualche modo, trapela.
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