Regia di Zack Snyder vedi scheda film
Quella che è considerata la massima opera fumettistica degli ultimi trent'anni, assieme a "Il ritorno del cavaliere oscuro", dopo anni di progetti andati in fumo e nomi altisonanti appassionatisi all'idea e poi declinatori dell'intento per motivi di budget e pratici( il più insistito è stato per molto Terry Gilliam) è adesso film, affidata al "nuovo" Zack Snyder, reduce da due grossi risultati commerciali come "L'alba dei morti viventi" e "300". La graphic-novel di Moore & Gibbons trova quindi una traduzione visiva, come è accaduto sia al film sulle Termopili e a "Sin city" di Rodriguez-Miller, capace di riportare fedelmente la straordinaria plasticità dell'originale. Detto questo, ho diverse perplessità sul compimento dell'operazione. Se la sequenza dei titoli di testa è una cavalcata di gran smalto visivo su una realtà parallela o diversa da quella che è stata di quarant'anni di storia americana e quindi mondiale( siamo nel 1985,Nixon ha tramutato gli USA in una semidittatura, Kennedy è stato ucciso da uno degli Watchmen per conto di interessi governativi, e Bernstein e Woodward, quelli del Watergate, non hanno conosciuto fine migliore), e la prima metà esplora con interessante approccio un blocco narrativo difficoltoso, intenso e stimolante, il film diviene via via verboso e sempre meno capace di gestire le tesi sostenute dalla sceneggiatura.Facendosi didascalico e probabilmente non ghermendo la chiave di lettura degli autori del fumetto, accantona l'amara ironia indispensabile per andare in profondità nel senso della storia e si chiude su una forte ambiguità ideologica, per nulla piacevole. Infatti, se l'affermazione della pax americana deve tradursi in un "meglio qualche milione di morti che la strage dell'umanità intera", da due personaggi che si sostituiscono alle superpotenze USA/URSS allora sul piede se non di guerra, ma di duro confronto, la soluzione scelta è piuttosto arbitraria. Quasi tre ore di spettacolo non sempre all'altezza delle premesse, le caratterizzazioni degli interpreti sono tutto sommato buone( su tutti, i personaggi apertamente meno positivi, Rohrschach-Jackie Earle Haley e Il Comico-Jeffrey Dean Morgan), ma i produttori dovevano scegliere, con meno grossolanità, un regista abile sì con le immagini, ma troppo connotato politicamente come Zack Snyder (e dopo questo chi non lo ha riconosciuto come più a destra di Bush, visto "300" forse non vuol vedere o gli fa comodo non pronunciarsi), che saprà creare sequenze spettacolari, ma per diventare un autore che rimarrà gli mancano parecchie cose, tipo il voler ragionare di massimi sistemi con meno arroganza e un poco più di sfumature .
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