Regia di Mathieu Kassovitz vedi scheda film
Le cronache dal set narrano di litigate epiche tra regista e protagonista. Di costi lievitati a dismisura e di un autore che denuncia tagli di più di mezz’ora e annuncia catastrofi al botteghino. Ci sono voluti cinque anni all’ex enfant prodige del cinema transalpino per portare sullo schermo il romanzo Babylon Babies di Maurice G. Dantec. Purtroppo i suoi sforzi si vedono poco e male. Interpretato da Vin Diesel che non ci sembra quel cagnaccio che la maggioranza lamenta, Babylon A.D. racconta di un mercenario che deve scortare una suora (Michelle Yeoh) e una ragazza (Mélanie Thierry) da un convento della Mongolia a New York. Un po’ Il quinto elemento e un po’ Léon, Kassovitz prova a fare il suo personale Blade Runner rielaborando certe intuizioni di maestri del fumetto come Enki Bilal e Chantal Montellier. Non difetta lo sguardo, quindi. Set e paesaggi funzionano bene grazie alla fotografia di Thierry Arbogast ma alla materia filmica manca ossigeno. Così Kassovitz, ex beniamino dei “Cahiers du Cinéma” incoronato a Cannes per L’odio, si trova nella scomoda posizione di un Louis Leterrier privato all’ultimo minuto di cascatori ed effetti speciali. Anche se dubitiamo che pur con la mezz’ora mancante Babylon A.D. sarebbe stato più di quanto non sia già.
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