Regia di Ron Howard vedi scheda film
L’unico peccato di questo film è che forse è un prodotto difficilmente esportabile, data la specificità. Peccato, perché la lezione è universale, e vale soprattutto per l’Italia.
Si narra di Nixon, l’unico Presidente Usa che si dimise, travolto dallo scandalo Watergate, quando cioè si capì che delle persone spiavano il concorrente democratico, e poi si seppe che lavoravano per l’entourage di Nixon. Scopro che Nixon era un combattente, uno che mai avrebbe voluto tirarsi indietro; scopro anche l’esistenza di questo Frost, un giornalista bravo, che scommise tutti i suoi averi, contro tutti, su queste interviste e alla fine venne premiato. Nixon, dimessosi, non verrà mai processato, e su questo gli americani erano un tantinello incazzati. In queste interviste, ammetterà le sue colpe. Il tutto è storia, è ciò che è veramente successo. Le interviste saranno viste da un audience record, in USA, record ancora valido per fatti politici.
Ne viene fuori veramente un buon prodotto, sia perché non annoia mai (ringraziamo il regista Ron Howard), sia perché la sceneggiatura è chiara, anche per non americani, sia per l’ottimo cast (tra cui una splendida Rebecca Hall) e la ricostruzione ben fatta.
Alla fine gli do un bell’8. Il film ebbe 5 candidature all’Oscar, ma non andarono a buon fine, così come le 5 ai Golden Globe. Il film non andò neanche bene al botteghino, peccato.
L'ennesimo bel film
Perfetto
Una sorpresona
Un bel figone che mi fa pensare a una cosa in particolare
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