Regia di Edward Zwick vedi scheda film
Un film di guerra prodotto con intenti documentaristici, ma senza rinunciare ad una forte drammaticità. Prendendo ispirazione da eventi e persone reali, racconta, la storia di un gruppo di Ebrei, che, nelle martoriate terre della ex-Polonia Orientale, prima occupate dall'URSS e poi dalla Germania durante la Seconda Guerra Mondiale, alla precaria sopravvivenza nei ghetti preferirono una altrettanto difficile, ma più dignitosa, vita nelle foreste, divenendo polo di attrazione per altri. La regìa è particolarmente attenta ad evidenziare alcuni aspetti della vicenda storica: per prima cosa, il senso di "umanità" posseduto dall'ispiratore della fuga: egli non raduna intorno a sè Ebrei in fuga per condurre una sua guerra parallela contro gli invasori, ma per salvare vita e natura di persone come lui, uomini comuni finiti loro malgrado nell'assurdo scontro tra ideologie ed eserciti. Consuma le sue vendette, è determinato nel mantenimento della disciplina tra i sui, ma non perde mai di vista l'obbiettivo. Differentemente agisce il fratello, con il quale entra in contrasto perchè quest'ultimo è maggiormente convinto a portare avanti una lotta armata, e pertanto si allontana con alcuni seguaci per intrupparsi temporaneamente con gli scettici partigiani sovietici, insieme ai quali combatte con valore, finchè divergenze ideologiche lo riporteranno "nei ranghi". Le sequenze di combattimento si alternano a scene di durissima vita nei boschi, in alcune delle quali prevale la speranza, in altre - la maggior parte - dolore e sofferenza. Buona recitazione degli attori, in particolare Daniel Craig, che interpreta il protagonista, un personaggio molto approfondito. Nessuno è tratteggiato come eroe; i resistenti nella foresta sono malvestiti, smagriti, minati nel fisico dai dolori per i lutti subiti e per le sofferenze quotidiane. Il film è quasi interamente ambientato nei boschi, escluse alcune scene in fattorie; una natura ostile è perfetta compagna di un ambiente di vita in cui prevalgono violenza e sofferenza; in cui la speranza di sopravvivere è ridotta al lumicino, eppure non si spegne mai.
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