Regia di David Lean vedi scheda film
Durante la Prima Guerra Mondiale, il tenente inglese T.E. Lawrence, di stanza al Cairo, si dimostra gran cultore delle dinamiche e della cultura araba tanto che viene inviato nel plesso del Principe Faysal per comprendere appieno le intenzioni degli arabi e capire se questi possono essere un alleato inglese nella guerra contro i Turchi.
Kolossal come non se ne fanno più. Il film è figlio di David Lean, regista, ma anche produttore di questo capolavoro, meritato vincitore di ben 7 Oscar. Ruoli fondamentali per fotografia (splendida) e sonoro, non solo col celeberrimo tema e le sue infinite variazioni, ma anche con inserti musicali che accompagnano brillantemente, e valorizzano adeguatamente, anche numerose scene secondarie, secondo partiture che somigliano a quelle dei peplum coevi. Fantasioso e caratterizzante il montaggio di Anne V. Coates. Campi larghissimi a testimoniare la magnificenza delle ambientazioni. Film narrato completamente in flashback dopo l’incipit in moto che dice molto del personaggio e del metro di regia concepito da Lean.
Il film si presta a numerose interpretazioni, semmai ne fosse necessaria un’esegesi (giacché si tratta di una storia vera); in ogni caso è un peplum senza tuniche, un concentrato di parabole spogliate dei precetti religiosi, un western ambientato tra Africa e Medio Oriente, mentre Lawrence è come un Messia ateo, destinato tuttavia alla crocifissione.
Molto caratterizzante anche se discutibile, giacché a volte troppo flebile e fuori contesto, il doppiaggio di O’Toole da parte di Sergio Graziani. Una nota: in 3 ore e mezzo di film le donne sullo schermo si devono cercare col lanternino; in ogni caso ognuna di loro non profferisce verbo. La recente versione rimasterizzata in digitale, ma soprattutto rieditata con alcune scene inedite (la cui giustapposizione tuttavia è evidente più dal doppiaggio che dalla differenza di qualità delle immagini), portano la visione a ben 216 minuti, ogni secondo dei quali è cinema allo stato puro.
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