Regia di David Lean vedi scheda film
VOTO 10/10 "Lawrence d'Arabia" è considerato da molti cinefili anglofoni "the greatest epic of all times", il miglior film di genere epico-storico-avventuroso della storia del cinema. Dopo averlo rivisto di recente, mi sono convinto che questo appellativo è meritato: si tratta di un kolossal decisamente superiore alla media, un film che offre sequenze indimenticabili di insuperata potenza visiva, che per essere gustate appieno andrebbero viste sul grande schermo (cosa che purtroppo non ho potuto fare io, anche se mi sono procurato la versione integrale restaurata di circa tre ore e mezza). Se il cinema è un'arte essenzialmente visiva legata prima di ogni altra cosa all'immagine, questo film resta fra i più belli che si siano mai visti a livello figurativo: sequenze come quelle dell'arrivo di Omar Sharif sotto forma di miraggio, l'attraversamento del deserto del Nefud e il salvataggio di Gasim, la presa di Aqaba e la morte del giovane servitore nelle sabbie mobili restano pezzi di cinema davvero memorabili. Lean eccelle nella sapiente valorizzazione delle ambientazioni, nell'utilizzo della bellissima colonna sonora di Maurice Jarre, nell'ottima direzione degli attori con una grande interpretazione di Peter O'Toole come Lawrence e un altrettanto mirabile Omar Sharif come sceriffo Alì (molto meglio qui che nel Dottor Zivago). Si potrebbe discutere sulla veridicità di certi particolari storici o sulla caratterizzazione di certi personaggi (il generale Allenby pare sia stato ritratto in termini più negativi rispetto alla realtà), come è stato fatto, ma non mi sembra che ciò vada ad influire sulla sostanza del film; la drammaturgia dello scrittore teatrale Robert Bolt è abile nel ritrarre Lawrence come un eroe ambiguo e impenetrabile e al contempo riesce a dare un taglio spedito alla narrazione, pur con qualche inevitabile semplificazione. Dopo l'incidente a Deraa, in cui Lawrence fu torturato e violentato dai Turchi, il protagonista sembra diventare un personaggio simile all'Amleto di Shakespeare, e certi contorsionismi facciali di O'Toole accentuano questa impressione; mi sembra fuorviante l'accusa di aver tralasciato quasi del tutto la sessualità di Lawrence fatta dal Mereghetti, poichè su questo argomento non ci sono certezze neppure nei biografi, anche se si ritiene che probabilmente fosse omosessuale, e poichè in un film del 1962 era praticamente impossibile mostrare il protagonista in quel ruolo. Una volta tanto, sette Oscar ben dati e un meritato successo internazionale per questo capolavoro del cinema spettacolare.
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